Quando affermo che il mio blog è un autentico BlogJob, ossia “lavoro di blog”, giocando su una maliziosa assonanza con l’inglese blow-job, letteralmente “lavoro di soffio”, lo faccio a ragion veduta. La mia irriverente penna a luci rosse è stata, infatti, reclutata insieme a quella di altri blogger e giornalisti che scrivono di sessualità e di rapporti di coppia per partecipare a un interessante e informativo workshop, dedicato al tema della disfunzione erettile, con l’intervento del professore Emmanuele A. Jannini, Presidente della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) e docente di endocrinologia e sessuologia all’Università Tor Vergata di Roma. Oh poffarbacco, non mi penseranno forse un’esperta di deprimenti défaillance sessuali? Curiosa come una biscia, animale pescato non per caso, non mi restava che scoprirlo in prima persona, allettata anche dalla prospettiva di ricevere in dono anche qualche sostanziosa fornitura di pillole dell’amore (non si è mai troppo previdenti). Non appena ho menzionato le parole ‘disfunzione erettile’ in casa, ho visto il volto del mio amato contrarsi in una smorfia a metà tra il terrore e lo stupore perché ogni uomo vive l’incubo dell’eventuale impotenza, le cosiddette pene del pene, prospettiva capace di tarpare le ali alla serenità dell’uomo e al benessere, o meglio al penessere, della coppia.
Io ho un approccio ludico e spensierato alla sessualità pur cosciente che eventuali disfunzioni possono seriamente minare l’amore tra due persone, per non parlare dell’autostima di entrambi i partner. Proprio per questo motivo i problemi legati alla sfera intima vanno subito affrontati con coraggio e determinazione, onde evitare che si sedimentino finendo con il distruggere il rapporto di coppia. Perché senza sesso, che vita sarebbe? Non faccio parte degli asessuati o dei sostenitori del matrimonio in bianco, io lo voglio rosso di passione e per averlo mi metto in gioco insieme al mio partner. Per citare la dissoluta Doris Delevingne – donna dagli screanzati costumi che negli anni ’20 e ’30 scandalizzò la società inglese con la sua vita da cortigiana alla ricerca di uomini (e donne) ricchi e potenti – “Non esistono uomini impotenti, solo donne incompetenti”. Ossia il tango si balla in due e per farlo bene entrambi i partner devono conoscere i passi del duetto sessuale. Questo ovviamente è rilevante quando la causa della disfunzione erettile è principalmente psicologica, sia per ansia da prestazione o timore di fallire. Quindi, il ruolo della compagna, che non rimane immobile in attesa della salita del ponte levatoio, ma si dà da fare per sollevare la questione, è fondamentale nel risolvere problematiche di entità psicologica. Tuttavia se l’amore e la comprensione, nonché una buona dose di eccitanti preliminari, non dovessero far scattare una dirompente erezione, oggigiorno la scienza, non solo quella della mente, viene in aiuto con una serie di pilloline. ‘In pillole’, pertanto, farò qui un riassunto dei rimedi in commercio, ovviamente disponibili solo su prescrizione medica: Sildenafil, Tadalafil, Vardenafil e Avanafil, rispettivamente Viagra, Cialis, Levitra e Spedra, a loro volta soprannominati “pillola blu”, “pillola del weekend”, “mentina dell’amore” e “pillola senza pensieri”. Andiamo per ordine. Il Viagra, sviluppato dalla compagnia farmaceutica statunitense Pfizer, fu brevettato nel 1996 e approvato dalla Food & Drug Administration nel 1998. Il suo sbarco sul mercato portò con sé una vera e propria rivoluzione sessuale, come afferma lo stesso professor Jannini in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa: “Il Viagra rappresenta il capostipite, di colore blu, ed è stato responsabile di una vera e propria rivoluzione culturale che ha cambiato i rapporti tra i due generi, trasformando il modo di vivere la sessualità nell’uomo in modo molto simile a quanto ha fatto la pillola anticoncezionale nelle donne.”
Il Cialis funziona allo stesso modo del Viagra, ma il suo principio attivo dura più a lungo e consente un uso prolungato, stimato intorno alle 36 ore, per questo è anche chiamato “pillola del weekend”. Oddio, 36 ore di sesso penso sfinirebbero persino la sottoscritta che a quel punto si vedrebbe costretta a ingollarsi qualche pillola rosa per mantenere la stessa vis sessuale del suo toro scatenato o a esibirsi in un’estenuante recitazione di finti mugolii da far impallidire la mitica scena dell’orgasmo ululata da Meg Ryan nel film Harry Ti Presento Sally. Insomma, va bene far l’amore ma le maratone del sesso a me personalmente sfiancano. Poche, anche brevi, ma buone. Ed eccoci al Vardenafil, lanciato in Italia nel 2003 dalla Bayer con il nome di Levitra: una soluzione discreta e dal prezzo più accessibile rispetto alle altre, che fa effetto dopo solo 25 minuti e vanta una durata dalle otto alle dieci ore, chiamata anche “mentina dell’amore” per il suo retrogusto alla menta. Almeno se lui manda giù questa mentina, noi donne potremmo fare a meno di mentire tra le lenzuola, perché alla frustrazione sessuale preferiamo di gran lunga la “frustazione”, come ha dimostrato il successo planetario della trilogia di 50 Sfumature di Grigio e compagnia bella. Io le uniche sfumature di grigio che possiedo sono la temibile ricrescita del mio follicolo…
Tra i farmaci di seconda generazione per combattere la piaga della disfunzione erettile, nel 2013 Menarini, gruppo farmaceutico italiano, ha introdotto sul mercato l’Avanafil, nome commerciale Spedra, che agisce rapidamente, nel giro di circa 15 minuti con una durata ottimale di sei ore, ovviando al problema di dover programmare con largo anticipo eventuali scorribande sessuali. Per questo motivo e per i ridotti effetti collaterali, questa pillola si è guadagnata il soprannome di “pillola senza pensieri”, e sappiamo bene che un certo organo per funzionare di pensieri proprio non ne vuole (non riuscendo nemmeno a elaborarli!). Per ricorrere a un’altra citazione cinematografica, mi viene in mente la frase mantra di Genny Savastano, protagonista della serie TV Gomorra, “Sta’ senza pensieri!”. La mente e le relative ripercussioni psicologiche in tema di défaillance da materasso svolgono un ruolo primario perché la causa dell’effetto lumaca oltre che organica può essere psicogena o mista. Un diletto e un passatempo, quale appunto il sesso, dovrebbero essere goduti appieno e in totale abbandono ed eventuali intoppi sul percorso dell’incontro carnale meriterebbero di essere affrontati e risolti con consapevolezza e rapidità. Troppe volte, invece, l’imbarazzo e la vergogna, sentimenti intimamente connessi all’impotenza, finiscono per ottenebrare la lucidità mentale e spingono chi ne soffre a rinchiudersi in sé, negando il problema, o peggio, evitando di affrontarlo, a muso duro. Da un’indagine svolta online dalla Sexual Dysfunction Association è emerso quanto segue:
Il 62% dei partecipanti ritiene che la disfunzione erettile abbia ridotto il loro livello di autostima
Il 29% sostiene che i loro rapporti di coppia ne siano stati colpiti
Il 21% riferisce la chiusura della relazione come conseguenza diretta
Scrivo da donna, con tutte le problematiche sessuali a noi connesse, pertanto non posso sapere, se non in maniera indiretta ma sicuramente influente, cosa significhi perdere il ‘mojo’ ma conosco, invece, bene per esperienza personale cosa significhi toppare a letto. La mia vita sessuale, infatti, ha richiesto parecchio lavoro psicologico per approdare alla beatitudine dei sensi, ossia per godere ho dovuto lavorarci e il sesso non mi è stato donato con una semplice e scontata apertura di cosce. Per questo, posso immedesimarmi, forse con un pizzico di presunzione, nel difficile ginepraio dell’impotenza maschile perché ho provato quella femminile. Ed esiste solo un modo per superarla: riconoscerla e affrontarla, non limitandosi a digitare di nascosto sul web alla ricerca di soluzioni immediate e miracolose, ma consultando un medico, così come si farebbe per una gamba rotta. Bisogna avere le palle, e non contarsele, per farlo. Ci vogliono coraggio e passione per riappropriarsi di qualcosa di vitale ed essenziale per la joie de vivre. Con un poco di sale nella zucca, la pillola va giù e tutto splenderà di più. Parola scritta di una femmina che da ‘frigiola’ è arrivata a guadagnarsi, con il sudore sulla fronte e non solo, il soprannome di ‘viagra umano’. Provare per credere, se non me, la pillola “senza pensieri”!
NB. Una piccola chicca finale: l’organo sessuale dei maschi della specie umana è privo di osso del pene, il cosiddetto baculum, presente invece in alcune specie di mammiferi, tra cui i primati, come scimpanzé e bonobi. Questo significa che negli esseri umani la rigidità dell’erezione è fornita interamente dalla pressione sanguigna esercitata nei corpi cavernosi. Pertanto la funzione erettile è molto vulnerabile alle variazioni della pressione sanguigna. La disfunzione erettile può essere causata non solo da carenze fisiche, come succede per chi è affetto da diabete o da malattie neurologiche o cardiovascolari, ma anche da uno stato mentale influenzato da stress e depressione. E pensare che nella notte dei tempi i progenitori degli esseri umani vantavano un bell’ossetto penico, e che secondo me usavano bestialmente come clava, che li favoriva nella competizione per accaparrarsi le femmine in un sistema basato sulla poligamia. Quando l’evoluzione sociale virò verso la monogamia, che rima anche con monotonia, l’ossuccio perse la sua funzione, finendo con lo scomparire del tutto. Insomma, a furia d’imporre la monogamia, l’uomo si è letteralmente rotto … l’osso!
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