Un paio di anni fa, sulla nave che con moto lento in nove ore mi avrebbe portato da Napoli alla mia amata Stromboli lessi, o meglio divorai (la solita ingorda), un libro dal titolo Vagina: A New Biography (in italiano Vagina: Una Storia Culturale, ed. Mondadori) della scrittrice, giornalista e femminista Naomi Wolf, che vanta una laurea conseguita a Yale, tanto per sfatare il luogo comune che una donna che scrive di sesso sia una depravata. Io sono una piccante eccezione! Riuscite a immaginare il gusto di tenere spalancata (a cosa state pensando, maliziosi?!) la copertina del libro davanti agli sguardi attoniti e curiosi degli estranei? Vi assicuro che per rompere il ghiaccio e rendere la situazione bollente non c’è lettura migliore. Unire sempre l’utile allo disdicevole, infatti, è il mio motto. Il libro esplora il ruolo del desiderio femminile, analizzandone gli aspetti scientifici, culturali, politici e spirituali, partendo appunto dalla storia dell’organo genitale femminile e tracciando un legame tra orgasmo e creatività nella donna. In effetti, dopo una sana e soddisfacente scopata, sprizzo creatività da tutti i pori! Infatti, la Wolf cita come esempio la vita di tante artiste, scrittrici, poetesse, pittrici – da Christina Rossetti a George Eliot, da Edith Wharton a Emma Goldman, da Anais Nin a Georgia O’Keeffe (che nei suoi dipinti floreali alludeva spesso alla vagina) – a testimonianza di come a una relazione sessuale o a una storia d’amore particolarmente intensa si accompagna spesso una fase di rigogliosa fioritura intellettuale e creativa. Ai tempi della millenaria cultura orientale, la vagina era venerata e decantata nella poesia amorosa delle dinastie Han e Ming, dove veniva chiamata “loto d’oro”, “boschetto profumato”, “porta del paradiso”, “perla preziosa”, “fiore di giada”. Ahimè i tempi sono disastrosamente cambiati e oggi la parola “vagina”, “vulva” ha quasi un’accezione negativa e imbarazzante. Pensate addirittura che la parola peggiore che si possa dire in lingua anglosassone è “cunt”, appunto fica. Il che la dice lunga su quanto pesi a livello inconscio e intellettivo lo stigma, anche verbale, legato al nostro sesso. E da quei poetici epiteti di secoli passati siamo passati a buco, fregna, cicciabaffa, fessa, mona, patonza, sorca, topa … Per non parlare delle metafore ittiche, come cozza o, nei dispregiativi la mia preferita, quella citata dalla Wolf: “the bearded oyster”, l’ostrica barbuta. Capite che a furia di sentirla chiamare come un topo di fogna o un mollusco puzzolente, qualche lieve trauma lo subisce pure lei? Comunque io da piccola la mia ostrichetta la chiamavo castagnetta. E voi?
Qui di seguito alcune notizie interessanti e spiritose sulla vagina riprese da un articolo pubblicato su Libero. Il corsivo, invece, è tutta farina della mia creativa vagina!
- Fascio di nervi – Il clitoride contiene circa 8000 terminazioni nervose, al contrario dell’organo sessuale maschile. Il pene infatti ne conta a malapena la metà. Non avremo le palle, ma in compenso siamo piene di nervi!
- Record di piacere – L’orgasmo femminile è da medaglia d’oro. Il record raggiunto in un’ora è di ben 134. Polverizzato così il confronto con quello maschile che registra il numero massimo di 16. Sesso debole, a chi?!
- Cugina dei pesci – Una delle curiosità più inaspettate è proprio quella che vede gli squali come parenti della vagina. Una delle sostanze lubrificanti prodotte, infatti, dalla vagina, lo squalena, si trova anche nel fegato dei pescecani. Ecco spiegata l’origine delle metafore ittiche che ogni tanto appioppano al nostro fiorellino.
- Si sa difendere – Moltissimi batteri trovano il proprio habitat naturale al suo interno. Grazie a questi microorganismi che la rendono acida, è in grado di respingere autonomamente le eventuali infezioni fungine. Quindi, se siamo acide è per difenderci dai microorganismi ossia certi ometti in giro!
- Niente estetista – La caduta sistematica dei peli del pube avviene ogni 3 settimane. Alla faccia dei capelli che invece resistono fino a 7 anni. Sembra quasi che si depili da sé. Su questo punto vorrei tanto trovarmi d’accordo ma dopo tre settimane il mio boschetto, se non curato, sembra la foresta amazzonica pre-disboscamento.
- Pulita e profumata – La vagina è autopulente. Di fatto, grazie ad un meccanismo fisiologico, la mucosa vaginale si mantiene sempre linda e in perfetta forma. Sarà anche ma consiglierei sempre un rapido bidet prima di farla giocare con nuovi amichetti.
- Si può allungare – Non sono solo le dimensioni del pene a fare la differenza. Anche la vagina è allungabile. Mediamente la sua estensione è di circa 9 cm, ma può arrivare fino al doppio della sua lunghezza. Doppia gioia per entrambi dunque. Adesso orde di donne giocheranno come i maschietti a ‘la mia è più lunga della tua’.
- Creata per una spada – La parola vagina deriva dal latino e significa “fodero”. Ovviamente in nomen omen e non c’è bisogno di specificare quale sia la spada in questione e dove si deve riporre. Ah certo, peccato non ci siano più gli spadaccini di una volta!
- L’ombrello – No, non si tratta di una posizione del kamasutra in caso di pioggia. Le pareti della vagina sono pieghettate e si aprono come un parapioggia durante i rapporti sessuali. Attenzione ai fulmini però. Ecco spiegata l’origine dell’espressione ‘colpo di fulmine’, ossia una gran bella botta.
- La vagina può sollevare pesi – Tatyana Kozhevnikova, una donna russa, si è aggiudicata il titolo di “vagina più forte al mondo” sollevando fino a 14kg con la sua vagina. Sollevamento pesi con le parti basse o zumba? Chi gioca a vagina di ferro con me?
Vi lascio con una divertente e recente notizia: Florence Schetcher, Youtuber, comica e divulgatrice scientifica inglese, ispirandosi all’idea del museo del pene che, in Islanda, attira ogni anno numerosissimi visitatori, ha deciso di provare ad aprire un museo della vagina a Brighton. E per farlo ha attivato una campagna di crowdfunding. Ho letto di quest’interessante notizia da un sito di media davvero all’avanguardia, molto informato e gestito da un gruppo di fiere ragazze: freedamedia.
Sono certa si tratterebbe di un museo dove la gente spingerebbe per entrarci!
Io alla folla sul davanti, preferisco la quiete della porticina sul retro …
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