Finalmente online il terzo racconto de La Mia Vita Orizzontale, la mia sex-column su Playboy Italia.
“Quando una coppia fa l’amore, sono presenti almeno quattro persone: la coppia in questione e le due persone alle quali stanno pensando.”
(Sigmund Freud)
Amo i grandi alberghi del primo Novecento e dal fascino di tempi passati, dove respirare i sussulti degli amanti che vi hanno soggiornato, facendo l’amore, forse tradendosi. Mi stuzzicano i luoghi che vedono il passaggio di sconosciuti, corpi che si sfiorano su una scalinata, sguardi che s’incrociano a un tavolino da caffè, volti che si scrutano a distanza ravvicinata. Amo viaggiare sola perché è in solitudine che puoi studiare gli altri, senza distrazioni, lasciandoti sedurre dall’anonimato e allettare dall’imprevisto. La mia natura libertina e dissoluta mi regala sempre ricchi doni, ovunque mi trovi. Non è una casualità, bensì un’attenta predisposizione e apertura, in primis di testa e quindi di cosce, al diverso, al non familiare, uscendo dalla propria comfort zone e correndo il rischio della passione. Io ho fatto della passione il mio mantra di vita, rinunciando consapevolmente alla normalità. Meglio una scopata, di una coppia? Direi che dipende dalla scopata e dalla coppia e ogni qual volta qualcuno, e sono in tanti, mi domanda se non senta la necessità di ‘farmi una coppia’, amo controbattere raccontando questo piccante aneddoto. A San Valentino, mi sono rintanata in un Grand Hotel di montagna in mia esclusiva compagnia per concedermi una rilassante e languida pausa tra valli innevate, acque termali e decadenza. Ovunque solo coppie d’innamorati: alcune sdolcinate, altre nervose, altre ancora noiose, nel complesso nulla da invidiare, né da titillare. Fino a quando il mio sguardo non incrocia il loro. Madida di sudore nel bagno turco, con la vista annebbiata dal vapore, sento aprirsi la porta: entra una coppia, lei quarantenne bionda, lui elegante cinquantenne. Salutano con un cenno del capo, senza fiatare, rispettando il silenzio educato, si sdraiano, si lasciano bagnare dai vapori e si osservano. Nell’atmosfera ovattata e languida, avverto nitida la prepotente combustione erotica che emanano. Mi eccita immaginarli così inebriati e umidi mentre fanno l’amore, vorrei essere una voyeur, spiarli dal buco della serratura, udire i loro gemiti. La mia fantasia crea scenari estremi, il mio sesso inizia a vibrare, sono contenta di trovarmi in un luogo dove non c’è alcun imbarazzo a essere nudi e bagnati. Spesso la fantasia è meglio della realtà, ma non in questo, il mio, caso. Al detto inglese ‘Shit Happens’, io preferisco ‘Sex Happens’. Senza mai doverlo forzare, solo lasciandolo espandere nei sensi e negli intenti, annusandolo tra gli aromi che ci circondano. Quando mi alzo per uscire dal bagno, ricambio il saluto e sento il loro sguardo sul mio corpo, a scrutarmi pelle e curve. Inizia così il nostro rituale di seduzione e caccia, tra grotte di acqua termale, piscine bollenti nella neve, saune agli effluvi di rosa. E sono loro due a placcarmi nella sala relax. Ci presentiamo, discorriamo disinvolti e apparentemente interessati alle nostre parole quando invece è assolutamente palpabile che le chiacchiere sono solo un preludio all’atto sessuale che si sta già consumando nelle nostre menti. M’invitano a prendere un aperitivo con loro e in un salone stracolmo di coppiette alla Peynet, noi facciamo la nostra audace entrata a tre. Ancora in accappatoio, con i corpi profumati e i pori dilatati, assaporiamo sulle nostre labbra un tris di Martini cocktail, permettendo all’alcol d’invaderci e stravolgerci, liberando ancor più la nostra comunione di lussuriosi sensi. I convenevoli vanno esaurendosi, sostituiti da un desiderio in costante aumento. L’attesa è un potente afrodisiaco, chi ama il sesso, lo sa bene e la sfrutta per accrescere il piacere. Quando tutti e tre avvertiamo che la voglia sta prendendo il sopravvento, non volendola più costringere e trovando un tantino fuori luogo metterci a ‘menaggiare a tre’ in un rispettoso salone (eh sì, anch’io mi pongo dei limiti, ogni tanto) mi comunicano il numero della loro stanza. Poi si alzano e si allontanano. Non ci metto molto a raggiungerli. Arrivo al piano e busso alla porta. Mi apre lui, in accappatoio. Lei, invece, è sdraiata nuda sul letto. Lui mi domanda se desidero qualcosa da bere, non rispondo, apro l’accappatoio, glielo porgo e raggiungo la sua compagna. Amo fare l’amore con le donne, voluttuose creature, dalla dirompente sessualità. Lui si siede su una poltrona e mi chiede di baciare la sua donna. Obbedisco. Le nostre sensuali bocche s’incontrano e si rapiscono, le lingue si conoscono e mescolano, i corpi si assaggiano e accarezzano. Lui continua a osservarci, vestito ma chiaramente eccitato, glielo leggo nello sguardo e nel cazzo che solleva in parte l’accappatoio. I nostri sessi femminili vibrano, le bacio il seno sodo e procace, le titillo il capezzolo con i denti e le unghie e procedo, cauta ma risoluta, a scendere con le dita percorrendole la pancia, i fianchi e approdando alla figa. Bagnata, aperta, bramosa. Lui adesso si è aperto l’accappatoio e si sta menando l’asta del cazzo, già duro e partecipe. Lei geme quando le sfioro il clitoride, prima con un tocco accennato per poi posare le dita con maggior pressione. La sua figa si schiude al mio massaggio, allarga le cosce e capisco che posso spingere le dita oltre, infilandole dentro. Prima una, per poi subito avvertire la pretesa di una seconda, mentre continuo a sollazzarle il seno con la lingua e la bocca. Sento versi maschili in sottofondo, è lui che si sta masturbando con maggior foga. Scendo su di lei, sollevo il culo per metterlo davanti agli occhi di lui, le poso le mani sull’interno coscia e affondo il volto nella figa, ritmando la lingua sul clitoride e vibrando le dita dentro. Il mio sesso è altrettanto coinvolto, le mie cosce grondano liquidi, il mio culo è divaricato. La scena è troppo irresistibile perché lui resista affondato in quella poltrona, da dove si gode il teatrino erotico allestito a uso e consumo suo, e ovviamente nostro. Infatti, non devo attendere molto per sentire i suoi passi verso di noi e il tonfo dell’accappatoio a terra. Si avvicina al letto, mi sfiora il culo con una mano, si avvicina alla bocca di lei, la bacia e poi le mette il cazzo in gola, facendoselo lucidare di saliva mentre scruta il mio volto umido perso nei sapori della sua donna. Ricambio il suo sguardo con irrefrenabile desiderio, ora pretendo di essere accudita sessualmente. Lui ritira il cazzo dalla bocca di lei, mi mostra la possente erezione e non mi tortura oltre, avvicinandosi alle mie spalle e penetrandomi da dietro. Mentre mi cavalca, lei inizia a gemere più forte e capisco che sta per venire, tale la sua eccitazione nel vedere il suo uomo scopare un’altra donna nel giorno di San Valentino. Rimane lì spossata e sedata a guardarci, baciandomi la bocca e strizzandomi il seno. Le mie mani adesso sono sul mio sesso, tutti gli attori si stanno occupando del mio piacere. Lui esplode in un dirompente orgasmo anale, appena lo sento caldo dentro di me, a mia volta lascio andare e sprigiono il mio piacere. Così, sudati, soddisfatti e placati ci accasciamo uno sull’altro nelle lenzuola intrise dei nostri orgasmi. A ognuno il suo San Valentino. Io, il mio, me lo sono goduta fino all’ultima goccia di perverso piacere. Viva la coppia!
2 Comments
Sono totalmente e talmente rapita dalle tue parole che mi sto “scolando” tutti I tuoi racconti uno dietro all’altro.
Cara Greta, che somma gioia leggere il tuo commento. Ti ringrazio davvero! Questo mi ripaga dei miei scritti. A me piace essere letta. Nonché essere messa a letto 🙂 Te ne garantisco di altri elettrizzanti nelle prossime settimane che trascorrerò a New York. Stay tuned! Buona giornata