Sfatando il vecchio detto ‘chi non fa l’amore a Capodanno, non fa l’amore tutto l’anno’, posso assicurarvi per mia personale e intima esperienza che a Capodanno non si tromba e se capita, di solito è scadente grazie a tutte le bollicine ingerite prima durante e dopo mezzanotte. Anzi, a mio immodesto parere, non farlo a Capodanno è propiziatorio per farlo tutto il resto dell’anno. Io l’ho festeggiato a Venezia, ormai mio rituale da tre anni. Circondata da amici molto cari, in casa, tra fragorose risate e allegre sbevazzate. Ho solo il lieve rimpianto di non averlo celebrato con l’uomo che ha rapito il mio cuore (passando, ovviamente per il mio sesso) negli ultimi mesi ma mi sono fatta viziare a lungo e nel profondo prima della mia partenza e godo nell’attesa del rientro in città per abbracciarlo e fare l’amore sotto il caldo del piumone in queste, finalmente, gelide giornate d’inverno. Io amo le primizie dell’amore, la fase iniziale dell’innamoramento, quando gli amanti, colpiti e affondati dalla passione inebriante che divora i sensi, formano un insaziabile duetto tra le lenzuola. Sono troppo romantica (o forse troppo zoccola?) per accontentarmi di rapporti tiepidi che non ardano e brucino di struggente malia. Tutto e subito. Non conosco né apprezzo le mezze misure, le sfumature dell’amore. Men che meno quegli orridi tomi sul sadomaso tradotto per la massa. Io ricerco la nicchia (no, non è un refuso), quell’antro sofisticato denso di perversioni amorose, di sussulti carnali, di guizzi sensoriali. E’ necessaria molta dedizione e non bisogna lasciarsi scoraggiare da imprese poco eroiche/erotiche. La conquista delle vette del piacere è un’impresa che richiede costanza, impegno, coraggio. Se oggi posso permettermi di godere di una simile sommità è per tutti gli ‘allenamenti’ a cui mi sono sottoposta negli anni. Chi non risica, non rosica. E chi non scopa sovente, non scoperà mai divinamente. Del resto, come dicono gli inglesi, Practice Makes Perfect. Senza voler per forza ricercare la perfezione nel sesso, mi accontento (e godo) del suo aspetto ludico, del ridere con il mio compagno di merende, del sollazzarmi nella scoperta dei nostri corpi, dell’amare ogni attimo di fuggente felicità che siamo in grado di afferrare. Ogni lasciata è persa. Vivete con un pizzico o più di follia. E siate scostumati. Questo il mio augurio per il 2016 e gli anni a venire.
Leave a reply