“Donne non si nasce, si diventa” Simone de Beauvoir (Parigi, 9 gennaio 1908 – 14 aprile 1986)
Oggi cade il 110 anniversario della nascita di Simone de Beauvoir, scrittrice e filosofa francese, autrice di un tomo di 800 pagine, prima dettagliata opera sul femminismo europeo, il Secondo Sesso pubblicata nel 1949. Si tratta di un saggio fondamentale che da un lato fa il punto sulle conoscenze biologiche, psicoanalitiche, storiche, antropologiche esistenti sulla donna e dall’altro apre la strada a quella discussione radicale sulla condizione femminile che avrebbe caratterizzato i decenni successivi. Esponente di spicco dell’Esistenzialismo francese, Simone fu la compagna dello scrittore/filosofo/critico letterario Jean Paul Sartre. La coppia s’incontrò nel 1929 all’università di Parigi e trascorse l’intera esistenza insieme, senza mai sposarsi, convivere o fare figli. Il loro sodalizio era fondato su una profonda e reciproca stima intellettuale ed entrambi si sono concessi costanti rapporti “extraconiugali” in base a un comune accordo, talvolta arrivando anche a condividere la stessa amante. In questo risiede l’importanza del suo pensiero e per questo Simone merita di essere ancora oggi celebrata per il suo essere stata una donna libera e moderna. Qui di seguito sette ragioni per festeggiare la ricorrenza (riprese e tradotte da questa fonte):
- Simone non credeva all’idea del matrimonio. In un approfondito profilo dedicato al rapporto tra la Beauvoir e Sartre, pubblicato sulla rivista The New Yorker, lo scrittore Louis Menand scrisse che tra i due era lei a dettare le regole del rapporto. “Era Simone a rifiutare l’idea del matrimonio, non Sartre, che si considerava fortunato ad averla in qualsiasi termine; ed era Simone a essere il partner dominante a livello intellettuale e non, come lei ha sempre sostenuto pubblicamente, il contrario” scrive Menand.
- Nel 1970, Simone firmò il Manifesto delle 343. Il Manifeste de 343 fu una dichiarazione firmata da 343 donne che ammettevano di aver avuto un aborto, che così facendo si esposero alle relative conseguenze penali. Il manifesto apparve sulla rivista francese Le Nuovel Observateur il 5 aprile 1971. Fu conosciuto anche come “le manifeste des 343 salopes” (“Il manifesto delle 343 puttane”), termine coniato dalla rivista satirica Charlie Hebdo. Tra le firmatarie c’erano l’attrice Catherine Deneuve, la scrittrice Marguerite Duras, la regista Agnès Varda, la femminista lesbica Monique Wittig, e, ovviamente, Simone de Beauvoir. Pare che il manifesto sia stato alla base dei movimenti che portarono nel 1975 alla legalizzazione dell’aborto in Francia.
- Simone trovò un alleato in Jean-Paul Sartre. L’intellettuale francese spronò Simone a perseverare nella sua ricerca di come l’esperienza femminile differisse da quella maschile. La Beauvoir, quando si mise a riflettere sul libro che sarebbe diventato il Secondo Sesso, si domandò cosa significasse essere una donna. Come molte donne di oggi, pensava di non essere mai stata discriminata in base al suo sesso. Ma Sartre le disse che probabilmente non era vero e che avrebbe dovuto concentrarsi su come le donne e gli uomini sono condizionati nella società in maniera diversa in base al loro sesso.
- Simone mise in discussione il mito dell’eterno femminino, ossia gli archetipi legati all’essere donna. E’ un mito che resiste ancora oggi perché riteniamo che le donne personifichino particolari caratteristiche, come essere preda di troppe emozioni incontrollabili o di essere destinate a sperimentare determinate tappe, come la maternità. Nell’introduzione al Secondo Sesso, la Beauvoir sottolinea la retorica dell’epoca che sosteneva tematiche quali “La donna sta perdendo la propria strada, la donna è perduta” e “Che cosa n’è stato delle donne?” Ma il contributo essenziale della filosofa francese consistette nel mostrare la finzione della femminilità, di come fosse stata semplicemente creata a tavolino e di come in un ultima analisi divenne “verità”. Nel 1963, Betty Friedan, scrittrice e attivista femminista, utilizzò una simile espressione quando pubblicò “La Mistica della Femminilità”, libro che si ritiene abbia portato alla seconda ondata del femminismo.
- Simone non amava l’idea della maternità. Yolanda Astarita Patterson, studiosa dell’opera della Beauvoir, che intervistò in vita, disse che l’aver assistito ai doveri domestici ai quali sua madre era devota portò la filosofa a ritenere la maternità un’esperienza imprigionante e soffocante. “Da ragazza, Simone de Beauvoir temeva la prospettiva di essere costretta nella solita monotona routine delle faccende domestiche che privarono sua madre di energia e vitalità,” scrisse Astarita Patterson. Beauvoir trattò la narrativa della maternità quale tappa obbligatoria dell’essere donna e che, secondo Astarita Patterson, ha flagellato la società occidentale per oltre sessant’anni nel ventesimo secolo. In pratica, abbiamo “condizionato le donne a diventare mogli e madri, facendo sentire in qualche modo le sorelle che rigettavano quei ruoli inadeguate e incomplete.”
- Ormai adulta, Simone si concentrò sul tema della discriminazione nei confronti delle persone anziane. Nel libro di 585 pagine intitolato La Terza Età, successore del suo capolavoro il Secondo Sesso, la Beauvoir indica come gli anziani debbano affrontare diverse forme di oppressione, in particolare mettendo a confronto gli anziani ricchi con quelli meno abbienti. “Nella stragrande maggioranza dei casi, il passare dalla categoria attiva a quella passiva, essere classificati come vecchi e sperimentare un preoccupante crollo del proprio reddito e standard di vita è una tragedia che comporta serie ripercussioni psicologiche e spirituali,” scrisse Simone.
- Simone è stata una donna di grande romanticismo. Nonostante le tensioni tra nozioni di relazione amorosa e liberazione della donna (dal momento che l’intreccio amoroso è legato a doppio filo all’idea della subordinazione femminile), la Beauvoir non era contraria all’idea della relazione amorosa, ma la considerava solo se alla base vi era l’amore: “L’amore è un grande privilegio. L’amore vero, che è molto raro, arricchisce la vita degli uomini e delle donne che lo vivono.”
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