Ho trascorso più di sei mesi sulle isole Eolie, le sette sorelle, tra cui la mia isola d’elezione è Stromboli. L’essere rimasta a lungo e fuori stagione in queste magiche terre mi ha concesso il privilegio di scoprirne altre. Alicudi mi prese il cuore, l’animo e altre parti lo scorso maggio. Ardua, impervia, selvaggia, lisergica. Un’isola per pochi, stonati. Raccontare in maniera autentica, ironica ed erotica – bisogna erotizzare le nostre esistenze, impollinandole d’amore – la mia vita vagabonda mi ha portato a stringere conoscenze virtuali divenute poi reali.
In qualità di “influencer del cappero” – amo giocare alla vita – sono stata contattata da una bellissima presenza, con tanta essenza: Sarah Tomasello, proprietaria di diversi alberghi a Lipari, che fanno parte di Aeolian Charme Collection (di cui qui trovate un bellissimo video presentazione), ambasciatrice del bel turismo eoliano, moglie dell’ingegnere Emanuele Carnevale, mamma di tre spassosi ragazzi e donna dalle mille risorse. Con il suo calore e la sua ospitalità, mi ha invitato a trascorrere qualche giorno in una loro struttura, l’Hotel Mea, alla fine di ottobre perché desiderosa di farmi scoprire la Grande Sorella, ossia Lipari la capitale delle Eolie, isola troppo spesso trascurata e poco conosciuta anche da chi frequenta da tempo l’arcipelago. Ho goduto di un’accoglienza strepitosa e dedicata.
La bella Sarah mi ha organizzato un trekking sul Monte Rosa – in perfetta sintonia cromatica con il mio follicolo – insieme alla bravissima e simpatica guida naturalistica Flavia dell’Associazione Nesos – che ci ha illustrato con grande passione e competenza la natura intorno a noi. Il panorama che si gode dalla vetta è strabiliante, ancor più in autunno quando ci si può immergere in questa immensa natura senza la frenesia e la calca estiva. Flavia è una guida eccellente, competente e divertente, originaria di Roma, ma ormai eoliana d’adozione, vivendo a Lipari da 15 anni. Inoltre, ha capito tutto della vita: invece di vivere con un uomo, lei ha preferito la compagnia di un gallo “domestico” oltre alle caprette e ai gatti. La prossima volta che sbarcherò a Lipari non mancherò di farle visita e fare la conoscenza di Polloh, The Cock!
Se aveste bisogno di una guida, non esitate a contattarla. L’Associazione Nesos – parola che in greco significa isola – si occupa di ricerca scientifica, studiando animali, piante, ambienti e la loro conservazione; di cultura promuovendo eventi e collaborazioni con enti e associazioni; e di turismo, raccogliendo conoscenze, trasformandole in storie e condividendole con i visitatori curiosi e attenti che desiderano assaporare le Isole Eolie nella loro essenza più vera.
Non sono donna da estate, amo molto più l’autunno con i suoi repentini cambi di tempo, vento, mare e colori. Ho una passione per l’impetuosa imprevedibilità della natura, al pari della mia, così cangiante e preda delle onde del destino.
Sarah mi ha condotto nella Lipari della sua infanzia, nelle cave di pomice dove giocava da bambina e che mi racconta fossero anche un luogo di “pomiciate” adolescenziali. Sarà il nome?! Immergersi nei canyon di pomice alla ricerca della pietra ossidiana è stato meraviglioso. Sarah inoltre mi ha raccontato delle proprietà magiche della pietra ossidiana, chiamata anche la guerriera della verità o pietra sciamanica, un vero e proprio talismano. Ne ho scovata una a forma di Stromboli e me la sono infilata in borsa!
Dopo la gita in giro per l’isola, io e Sarah ci siamo godute un lauto pranzetto a base di arancini & co. da Papisca, delizioso bar rosticceria nella frazione di Canneto. L’entusiasmo di Sarah nel mostrarmi la sua isola è stato contagioso. Ma Sarah vanta diverse isole e patrie nell’avventurosa vita sua e della sua famiglia. Non per nulla Sarah è stata anche guida di Donna Avventura alle Eolie. Non avrebbero potuto scegliere persona migliore per il ruolo perché è una viaggiatrice sin dalla nascita.
Il padre di Sarah, Claudio, nativo di Lipari, andò in Australia a 16 anni per raggiungere i tanti parenti che là emigrarono a partire dal 1930. Partì per evitare il militare perché non desiderava mettere la sua vita lavorativa in stand-by per 18 mesi. Claudio era un ragazzo arso dalla voglia di fare, motivo per cui scelse di non frequentare le superiori e di mettersi subito a lavorare.
Ho avuto il grande piacere di conoscere Claudio – uomo di grande fascino, eleganza, umiltà e cultura – durante una gustosissima cena da Liparore, altro ristorante insieme a Chimera del gruppo Aeolian Charme. E’ stato un “peccaminoso” incontro di menti affine e di palati eletti, tra pietanze di ottima carne e uno o più bicchieri di vino rosso siciliano.
Sarah: “Non mi sono mai vergognata del fatto che mio padre abbia frequentato solo le scuole medie perché è una persona curiosa e la sua cultura se l’è fatta vivendo, viaggiando e lavorando. Mia madre Sarah, ma preferiva farsi chiamare Sally, era irlandese e a 22 anni decise di seguire una sua carissima amica in Australia per un contratto lavorativo di 2 anni, come parrucchiera. Veniva da Belfast e la sorta di apartheid, la segregazione che subivano i cattolici, le pesava molto. Non avveniva di sovente che una ragazza cattolica si muovesse da casa, addirittura per emigrare così lontano.”
La storia della famiglia di Sarah, che dalle Eolie e dall’Irlanda ha vissuto in Australia per poi fare ritorno in patria, mi ha molto affascinato e ho ascoltato con vivo interesse le loro peripezie. Figuratevi che il padre e la madre si conobbero in Australia il giorno dopo l’arrivo di Sally nell’immenso continente.
Una casualità? O forse il bizzarro destino che accomuna e accompagna tutti noi?
Trovo sia molto romantico il loro incontro. Il padre di Sarah era un bellissimo uomo e un grande seduttore, con una “schiera di ragazze che sbavavano per lui,” mi racconta fiera la figlia. E in effetti, posso testimoniare di essere rimasta anch’io rapita dal fascino di quest’uomo che oggi ha 75 anni. Dopo due anni di fidanzamento, i genitori si sposarono e decisero di tornare in Europa perché per loro era fondamentale crescere i figli – l’altra figlia si chiama Lee-Ann, molto simpatica e come me, convinta spinster – in un ambiente familiare. La famiglia si trasferì a Belfast negli anni Settanta, anni caldi per l’Irlanda del Nord, in piena guerra civile con The Troubles, la fratricida lotta tra cattolici e protestanti, fulcro della mia tesi di laurea in traduzione dedicata proprio all’I.R.A., l’esercito repubblicano irlandese.
E’ stato toccante sentire Sarah raccontarmi delle difficoltà vissute dalla sua famiglia cattolica in quel periodo: era difficile per i genitori assicurarsi un lavoro perché se un protestante l’avesse voluto, il cattolico l’avrebbe perso. Eppure Sarah e sua sorella mantengono un bellissimo ricordo dei loro anni in Irlanda, grazie agli sforzi dei genitori per dare loro un’infanzia felice nonostante i pericolosi disordini all’ordine del giorno.
Sarah: “Sicuramente i miei genitori riuscivano a nascondere il pericolo, o comunque a non farmelo percepire. Ricordo i tanti bambini con cui giocavamo, quasi sempre all’aperto, sulla strada; i giochi con lo skip, l’altalena realizzata con una corda legata ai lampioni, il primo Halloween – tradizionale festa di origini celtiche – e lo Sweet Shop dove spendevamo tutto il pocket money, equivalente della nostra mancetta. Però ricordo anche i soldati in mimetica che setacciavano i nostri quartieri con la mitragliatrice, i carri armati, il Bonfire night il 15 di agosto con falò che si accendevano in molti giardini pubblici dei quartieri cattolici (mi ricordo che a mezzanotte si veniva svegliati per vederli), mi ricordo il downtown chiuso da trincee e a cui si poteva accedere solo se perquisiti…”
Lunga, e credo anche dolorosa, storia mi accenna Sarah.
Dopo la giornata in giro per la bella Lipari, mi sono ristorata nella bellissima stanza che mi è stata messa a disposizione, con vista sul porto di Lipari, dove ho schiacciato un peccaminoso riposino.
Il giorno dopo il mio arrivo, Sarah mi presenta un’altra “donna avventura”: la spassosa e tosta navigatrice marina Valentina, organizzatrice di viaggi charter in barca per il Mediterraneo, soprannominata Violentina per la passionale e birichina natura. Una ragazza di una simpatia esplosiva, vera lupa di mare, originaria di Catania e ricca di avventure da raccontare. Insieme abbiamo composto un trio di simpatiche canaglie in giro per una Lipari autunnale quasi deserta, a commettere marachelle e a ridere a crepapelle. Bello trovare donne di questa risma, lontane anni luce della boriosa e noiosa supponenza delle tante “fiche secche” che ahimè sbarcano, e pure si trasferiscono, su questi paradisi.
Amo le donne isolane, di nascita e adozione, veraci, autentiche, simpatiche, accoglienti. E sono felice di aver trovato nuove amiche, nonché compagne di merenda, nella mia breve fuitina liparota. Sarei infatti rimasta un paio di giorni in più a godermi i lussi dell’Hotel Mea, servizio impeccabile, letto favoloso e idromassaggio da sballo, ma ahimè il bizzarro e riottoso meteo mi ha costretto a ripartire dopo solo due notti.
Di cui una, di fuoco!
Tuttavia come confabulato con le girls, What Happens In Lipari, Stays In Lipari!
Sarah mi ha portato ad ammirare lo spettacolare tramonto che si gode in diversi punti, camminando in sentieri poco battuti e sconosciuti ai più grazie alla mia guida d’eccezione. E’ stata un’incantevole emozione vedere il sole tramontare nel mare dal punto d’osservazione di Cappero che si stagliava sull’isola di Vulcano, con le sue fumarole sempre più fumanti, e su Alicudi, l’amato scoglio dove tanto amai e fui amata, e Filicudi, altra isola che amo e che mi riama.
Come mai sarà possibile tanto amore? Elementare, Watson. Io ricevo amore perché dono amore. Sono la peccaminosa reincarnazione della leggendaria Bocca di Rosa, cantata ed elogiata dal grande cantautore e poeta Fabrizio de André. Ed è così che sentierando e amando nel mio percorso di vita, incontro anime belle che mi accolgono e con cui condivido attimi di profonda umanità e di gioiosa vita.
Da Dea dell’Amore quale mi reputo e quale sono, ho particolarmente amato anche il racconto dell’incontro tra Sarah e suo marito Emanuele Carnevale, figlio dell’ex sindaco di Lipari e imprenditore assai noto nell’arcipelago.
Sarah: “Emanuele lo intravedo una estate quando avevo 18 anni, era il figlio del sindaco ed era fidanzatissimo, non era il mio tipo, quindi non ci feci particolari pensieri perché allora ero molto innamorata di uno stronzo che mi fece soffrire per 3 anni. Dopo una serie di delusioni – avevo lasciato il mio terribile ex e mi ero trasferita a Messina per frequentare l’università – all’età di 24 anni comincio a pensare di tornarmene a Lipari. Messina era una città dove si badava molto all’apparenza e poco all’essenza. Mi sentivo anonima e soprattutto avevo perso speranza di trovare il vero amore.”
Ma il vero amore sarebbe arrivato per la bella e coraggiosa Sarah, che immagino sia stata e sia ancora molto corteggiata non solo per il suo aspetto fisico ma anche per la sua joie de vivre e dirompente simpatia.
Allora come sei “cascata” in amore per Emanuele?
Sarah: “Incrociai un paio di volte Emanuele in qualche locale messinese, e anche se non ci conoscevamo (nessuno ci aveva mai presentati) ci salutammo. Poi, al compleanno di una mia amica, chiesi ad un amico in comune di portarlo. Io avevo preparato tutta la cena, compresa la torta di frutta e panna. Appena arrivò si fiondò in cucina dove da sola stavo per scolare la pasta. Lui non se lo fece dire due volte e si mise ad aiutarmi. Poi, durante la serata, organizzò pure dei giochi. Io, che avevo di lui questa idea di ‘figlio di papà’ cominciai a pensare che fosse invece una persona simpatica e di contenuti. Lui, dall’altra parte, che mi aveva sempre notata per il mio aspetto fisico e forse pensava che fossi un po’ oca, cominciò anche lui a pensarla diversamente. Quella sera lui e l’amico in comune mi diedero un passaggio a casa. In seguito mi raccontò cosa si dissero con l’amico quando scesi dalla macchina: Emanuele gli disse che ero simpatica. Maurizio gli rispose ‘levaci mano perché lei si mette solo con quelli belli’ … ecco che Emanuele raccolse la sfida e così iniziò il suo corteggiamento. Ci volle un po’ perché, come scrivevo prima, lui non era il mio tipo.
Mi innamorai della sua voce, della sua pacatezza ma anche forza. Ricordo che una volta mi chiese che cosa volessi fare grande. E io che d’estate lavoravo nelle pause dall’università come receptionist gli risposi: ‘Il direttore d’hotel’ e lui mi disse: ‘E io quell’hotel lo voglio possedere’. E’ iniziato tutto da lì…”
Insieme Sarah ed Emanuele, con passione e impegno, hanno creato non solo una bellissima famiglia con tre figli ma anche un importante gruppo alberghiero turistico che comprende cinque strutture e due ristoranti. E tanti ancora sono i progetti in corso e in sviluppo.
Tutto questo nasce dall’amore. L’amore tra di loro e per la loro terra degli dei, queste sette isole di origine vulcanica che fanno capolino in mezzo al mare con le loro vette.
Mi sento onorata di essere stata invitata nelle loro vite e di aver allacciato un rapporto con altre persone al di fuori della “mia” isola di fuoco. La mia permanenza in questo arcipelago vuole protrarsi nel futuro e chissà che non avvenga proprio qui di capire ‘cosa fare da grande’.
Di certo, una cosa l’ho capita: questa è anche la mia terra e qui desidero mettere radici. Che per una vagabonda itinerante ed errante del mio calibro non è cosa da poco.
Intanto cerco una casa da affittare a lungo termine. I gatti per farmi compagnia già li ho trovati. E l’amore tornerà quando meno me l’aspetterò.
Perché come insegnano The Carnevales, non si può, né si deve, rinunciare all’amore. Ho imparato un’importante lezione ascoltando l’entusiasmo di Sarah e della sua famiglia.
Sono oltremodo grata di e per tutto.
La storia – altro che story – non finisce qui.
Alla prossima puntata isolana …
PS. In allegato alcune pics. Notate forse un certo Tony Blair?!
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