SVEGLIATITALIA! Con questo hashtag, sabato 23 gennaio 2016 in 100 piazze italiane si è tenuto un flashmob a sostegno dei tanto attesi, e speriamo in dirittura d’arrivo, ddl Cirinna per rendere legittime le unioni civili. Io ho rispolverato il mio vecchio boa di piume di struzzo rosa (come da allegato fotografico) e il mio proverbiale spirito combattivo e ho biciclettato allegra e variopinta fino a Palazzo Marino per sostenere il diritto di TUTTI a sposarsi e a creare una famiglia. A chi, sciocco e ignorante, mi domanda cosa mai mi possa fregare delle unioni civili, dato che non sono gay e tantomeno spero/voglio/bramo/sogno di sposarmi, io rispondo che non bisogna avere la pelle nera per sostenere i diritti della gente di colore, così come non bisogna essere donna per sostenere i diritti delle donne. Io sostengo i diritti civili, tutti e per tutti. In quale modo l’unione civile (perché i ddl non prevedono certo il matrimonio religioso, non sia mai, ma solo unioni civili) di due persone dello stesso sesso può minare la mia famiglia, il mio orticello, il mio status di eterosessuale (azz, ho fatto coming out)? Come diavolo si può anche solo pensare che questo danneggi la famiglia tradizionale? Ho letto vergognosi slogan dei cattotalebani che proclamavano ‘in difesa dei nostri figli’. Ossia se due gay si sposano minacciano la serenità della vostra prole? Tu mamma/papà non vuoi affrontare l’argomento ‘diverso da te’ con tuo figlio, parlandogli per cinque minuti e spiegandogli cosa sia l’omosessualità (non una malattia, una deviazione, una maledizione ma semplicemente una variazione sessuale, una scelta, un modo di vivere l’amore) e allora milioni di persone gay non possono essere unite in un vincolo civile?! Io fatico davvero a comprendere le ragioni di questo bieco, anacronistico e inquietante odio/rigetto del diverso. Sarà perché, per me, non solo ciò che è diverso, ciò che non conosco, l’ignoto non mi spaventa, direi più il contrario: mi attrae. E’ la curiosità il motore che mi spinge sempre avanti e oltre. Indagare ogni aspetto di questo mondo e di questa vita. Che è fugace, incerta, mortale. Non voglio rintanarmi in una cuccia, in una campana di vetro, sicura e tranquilla di ciò che conosco. Io amo avventurarmi là fuori, tornandomene poi, sazia di novità, nella mia tana. Anche questa sicura e tranquilla. Ma bisogna lasciarla e aprirsi allo sconosciuto (e qui subito scatta il ‘triplo’ senso!), desiderare imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, accettare le differenze come stimoli al nostro intelletto e non minacce al nostro status. Solo chi è insicuro della propria natura può temere l’altro da sé. Chi si conosce, chi si rispetta, chi segue il proprio cammino e abbraccia la propria natura, per quanto diversa e bizzarra rispetto al giudizio mainstream, può vivere una vita, se non serena in ogni suo aspetto, quantomeno autentica. Talvolta esaltante, altre estenuante. Io sabato mi sono emozionata e commossa in piazza. Perché nel mio modo di essere e di vivere la vita, la libertà e il rispetto altrui sono la mia linfa vitale. E ancora oggi rimango stupefatta che non la pensino così tutti. Che male può fare il diverso da te? Ed è precisamente nella paura e nell’ignoranza che cova il male e la violenza. Non starò a sciorinare dati sulle violenze domestiche (nelle famiglie tradizionali) e sulle migliaia di vere deviazioni (prostitute e trans, anyone?) che affliggono i rapporti tra persone ‘normali’. E’ la solita vecchia solfa del ‘chiagni e fotti’, la doppiezza morale fondata sull’opportunismo, sulla bigottismo e sull’ipocrisia, propria dell’italiano medio. Concludo la mia più che legittima esternazione riportando qui sotto un video del bravissimo comedian americano Louis C.K. che ha un modo molto diretto e ironico di affrontare la gaia questione. ‘Non capisco l’odio nei confronti dei gay perché il sesso è l’unica cosa che la gente può fare senza che questo abbia alcun effetto su di te.’ Quindi, what the fuck is YOUR problem?!