Così come il pianista sull’oceano faceva scorrere rapido le dita sul pianoforte, la blogger batte con agile tocco i tasti del suo laptop, versione moderna del diario di un tempo, davanti ai cavalloni dell’Oceano Atlantico. Ogni tanto mi domando se il dono della scrittura mi sia stato regalato, o l’abbia conquistato, per la mia indomabile natura pellegrina. Scrivere, infatti, consente libertà di movimento. Tuttavia, ti lega, inesorabilmente a vita e a doppio filo, alla parola. Ovunque io vada, viaggi, scappi, la parola è con me. Fedele e precisa. Infedele e distorta. Ineluttabile e necessaria. Sono consapevole della mia schiavitù letteraria, ne sono vittima e carnefice. Il talento di saper esprimere le proprie e le altrui emozioni è dato agli artisti. Chi della penna, chi del pennello, chi della bacchetta. A parole, a tratti, a suoni, l’artista rimodella e tratteggia le sfumature così fugaci e impalpabili dei sentimenti e delle pulsioni. Imprigiona per sempre un determinato stato d’animo, un paesaggio, un sentore. Rendendolo fruibile e godibile agli altri. In questo mondo ossessionato e dilaniato dalla globalizzazione e dalla serializzazione, in un antro digitale e disumanizzato, noi tutti, come tutti prima di noi, abbiamo prepotente bisogno di poesia. Letteraria, pittorica, musicale. Di fermarci e fermare la convulsa frenesia dei tempi ipermoderni.
Io ho dedicato la mia vita alla ricerca. Dei sensi, dell’amore, delle avventure. Mai paga di ciò che trovavo, sempre tesa verso la nuova scoperta. Un costante e sfiancante stato di moto a luogo. La propensione alla novità è la mia condanna. Nel mio peregrinare, di luogo in luogo, di uomo in uomo, di lingua in lingua, ho imparato che ognuno di noi ha una sua personale strada da seguire. Solo bisogna scoprirla, prima di intraprendere quella sbagliata. Il mio stile di vita, da molti invidiato, non fa per tutti. Richiede un’insana dose di egoismo, una cronica predisposizione alla libertà e una spavalda accettazione della solitudine. Conta solo vivere bene nella propria pelle e nel proprio destino. Qualunque essa/esso siano. Io ci sono riuscita. Mi ci è voluta solo una quarantina d’anni per capire la mia strada… ON THE ROAD. Sempre e comunque. Felice di esserlo e di essere qui a condividere i miei viaggi dell’anima.
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