In Veneto c’è un proverbio che recita: Femene cani e bacaà più che tei bati più che i vien boni, ossia “Donne, cani e baccalà più li batti più buoni diventano.” Per frenare sul nascere varie ed eventuali futili polemiche, preciso che non sto facendo l’apologia dei maltrattamenti nei confronti di donne e animali.
Il detto di antica saggezza popolare sostiene che una sonora battuta ammorbidisca a dovere i soggetti citati rendendoli soffici e mansueti. Secondo la Confraternita del baccalà mantecato, nata a Venezia qualche decennio fa per conservare e diffondere la tradizione, la ricetta è semplice.
Leggetela con la dovuta malizia…
- Il baccalà va prima bagnato a lungo. No fugaci immersioni, dev’essere bello umido.
- Quindi, il pesce va cotto per una ventina di minuti con aglio, limone e alloro. Niente fretta, cuocetelo a fuego lento.
- Il pesce va poi scomposto a mano. Bando ad aggeggi meccanici. Infilateci le dita.
- A questo punto la polpa del pesce va mantecata a mano e lavorata con olio extravergine fino a creare una crema spumosa e omogenea. La cura nella mantecatura è essenziale per renderla soffice
Direi che è un’ottima e semplice ricetta da applicarsi non solo al baccalà ma anche alla femmina. Eh sì, cari amici e care amiche, non raccontiamoci favolette. La donna per essere cremosa va battuta bene e a lungo. Basti pensare che il best-seller erotico per eccellenza di questi desolati tempi è quella bruttura di Cinquanta Sfumature di Grigio e altre tonalità. Ossia una trilogia basata sulla favola del Principe Azzurro in chiave sadomaso. Le donne vogliono ancora il principe, bello, intrepido, ricco, elegante, misterioso (aggiungete voi tutta la sequela di banali, io li preferisco anali, aggettivi) … ma che poi a letto, sul sofà, sul comodino si trasformi in un erotomane duro e spietato. Son tutte balle, fantasie per gente di poca fantasia, erotismo di bassa massa. Le pretese femminili nei confronti degli uomini sono eccessive e ridicole. E alla fine tantissime donne si ritrovano frustrate quando vorrebbero invece essere solo frustate. Di chi è la colpa? Sempre del solito maschio insensibile e tanduo (slang veneziano per tonto)? Talvolta sì ma noi donne dovremmo ammettere che chiediamo troppo. E cosa diamo in cambio? Siete capaci di lasciarvi andare e farvi mantecare a dovere? Sapete cosa volete a letto? Sapete darvelo da sole? Riuscite a essere amanti completamente libere e disinibite? O giacete lì sognando di essere prese da un novello Christian Grey (il protagonista della summenzionata trilogia del pirla)? Piantatela di aspettare, sperare, pretendere. Lasciatevi vivere e battere. Accogliete l’inaspettato. Apritevi all’ignoto. Se implementate un’infinita lista di richieste, sarete sempre deluse. La mia con il passare degli anni, viva la saggezza dell’età, si è ridotta a due fondamentali e imprescindibili requisiti che i miei uomini devono possedere: farmi ridere e scoparmi bene.
Come succede, allora, che a me capiti di sovente di trovare la mia desiderata combo? Elementare, Watson. Perché io so far ridere e so scopare. Ossia, io pretendo ciò che do. E do quello che pretendo. Il mio è uno scambio alla pari.
Io vi sollecito a provare l’amante verace e ruspante e a essere voi stesse veraci e ruspanti. Perché, come per la ricetta del baccalà, la donna va mantecata per diventare soffice e spumosa. Fintanto burrosa e golosa.
Vi auguro di assaporare la gustosa ricetta in tutte le sue varianti. Basta cambiare ingredienti e … posizioni!
Bon Appétit!
Leave a reply