Oggi 14 marzo 2016 ho scoperto essere la giornata internazionale del pompino, esattamente un mese dopo San Valentino, una festa tanto amata dalle donne. Qualcosa mi dice che questa, invece, è una festa amata dagli uomini e sicuramente orde di maschi questa ricorrenza non solo se la ricorderanno, ma saranno ben felici di coglierne i frutti. Comunque la sciocca ricorrenza mi ha fatto ripensare al divertente e interessante documentario, prodotto da Brian Grazer, sulla genesi del leggendario porno del 1972, l’ormai iconico Gola Profonda. Il documentario, Inside Deep Throat, racconta il periodo storico in cui nacque quello che ancora oggi è il film porno per antonomasia, attraverso la voce e le interviste con i protagonisti del film, il regista Gerard Damiano (un parrucchiere del Queens, NY, che negli anni Settanta ascoltando le confessioni intime delle clienti nel suo salone di bellezza, comprese che negli Stati Uniti stava per scoppiare la rivoluzione sessuale), il produttore (un tipo strambo che si sentiva Jean Luc Godard), gli attori (Harry Reems che per il suo ruolo nel film subì un processo per atti osceni – Linda Lovelace la protagonista ricordata da interviste passate perché deceduta in un incidente di macchina). Il documentario, ritmato dalla vibrante musica degli anni Settanta, riporta anche esilaranti interviste a personaggi famosi dell’epoca, tra cui spiccano lo scrittore Gore Vidal, il mio editore di Playboy Hugh Hefner, la scrittrice Erica Jong, l’intellettuale femminista Camille Paglia, Norman Mailer dell’intellighenzia intellettuale newyorchese, la simpaticissima e buffa, ma molto competente, sessuologa Doctor Ruth (una delle mie fonti d’ispirazione) Larry Flynt editore di Hustler (l’avete visto il bellissimo film di Milos Forman sulla sua storia? Ecco, fatelo), oltre a immagini di divi di Hollywood che sostenevano il film quando uscì nel 1972, tra cui Dennis Hopper, Warren Beatty, Jack Nicholson (bel trio d’innarivabili puttanieri!). Persino la raffinata e snob vedova Jackie Kennedy fu beccata a Times Square che usciva da una proiezione della zozza pellicola. Insomma, il film – di per sé ridicolo e assolutamente ‘mild’ per gli standard attuali del porno – sdoganò una pratica, la fellatio, considerata allora ancora una deviazione sessuale e persino un crimine negli stati più puritani del paese. L’idea che una donna potesse provare piacere in un atto sessuale che non contemplasse la procreazione era, ancora negli anni Settanta negli Stati Uniti d’America, vista come un’oscenità. Il diritto della donna al piacere, al mero piacere sessuale, non era riconosciuto né tantomeno rispettato. Inoltre, il film enfatizza l’orgasmo clitorideo, qualcosa di sconosciuto ai tempi: la sciocca trama vuole che la protagonista, Linda Lovelace, non riesca a ottenere l’orgasmo con la penetrazione. Si reca dal dottore, Harry Reems, che le diagnostica in un’esilarante scenetta che il suo ‘little button’, ossia il clitoride, non è sulla vagina ma in bocca. Lei piange e lui le dice: ‘Beh meglio in bocca che non averlo del tutto.’ Risposta di lei: ‘E tu allora come reagiresti se le tue palle stessero al posto delle orecchie?’. Insomma il film è una cazzata ma portò all’attenzione del pubblico e dei media la questione dell’orgasmo clitorideo. La brava e determinata sessuologa Doctor Ruth (leggete qui di questa straordinaria donnina alta 1,40 tedesca di origini ebraiche che fu addirittura sniper nell’esercito israeliano) nei suoi show televisivi in cui parlava in maniera schietta all’America puritana di quegli anni lo dice al meglio nel documentario: ‘La gente voleva far credere alle donne che un orgasmo vaginale (quindi con penetrazione ed eventuale procreazione – la pillola arrivò pochi anni dopo) fosse migliore/più forte/più orgasmico di un orgasmo clitorideo. Assolutamente falso.’ Parafrasando Gertrude Stein e il suo ‘una rosa è una rosa è una rosa’ raccolgo fiera l’eredità delle nostre antesignane femministe e ribadisco a voce alta ‘un orgasmo è un orgasmo è un orgasmo’. Punto. Adesso concludo sto pamphlet femminista perché da brava ‘fidanzata’ attendo il mio lui per celebrare la festa odierna. In ginocchio… Il vostro lui a San Valentino vi ha portato fiori/fuori a cena? Ha investito in regalini? Ha sopportato la vista di coppiette al ristorante? Bene, girls, stasera tocca a voi ricambiare la sua pazienza. Inginocchiandovi, sdraiandovi ai suoi piedi e facendo, noi a loro per una volta, un gran bel regalo: TENERE LA BOCCA APERTA SENZA PARLARE! PS. Mi raccomando ‘fino all’ultima goccia’.