Precisamente un anno fa, il 13 novembre 2015, data che ahimè rimarrà scolpita per i tragici eventi degli attentati terroristici a Parigi, io ero beatamente all’oscuro nella calda culla della mia latteria, in compagnia di un simpatico aitante e potenziale amante. Stavo infatti saggiando papabili e palpabili candidati al ruolo di amante d’inverno. Sì quella stagione pigra e gelida che frena la mia natura girovaga e mi porta a entrare in letargo. Tutto si placa, fuorché i miei vivaci sensi. Quella notte la passai con un mascalzone latino, ridendo, bevendo e facendo l’amore. Non rigorosamente in quest’ordine. Alla mattina, ristorata e riportata a nuova vita dall’incandescente nottata, uscii saltellante e pimpante da casa, mi recai in edicola e lì mi trovai davanti le prime pagine dei giornali che raccontavano la carneficina. Per una volta, fui felice di non aver smanettato tutta le sera con i malefici device tecnologici e di essermi goduta, eccome, una sera reale completamente distaccata dal virtuale. E fu così quindi che un anno fa ebbe inizio questa appassionata e riottosa relazione che prosegue ancora oggi a distanza di ben 12 mesi. Eh sì, perché gli anni in amore per me sono come gli anni del cane, quindi un anno equivale a sette! Una storia iniziata in maniera del tutto inaspettata e non programmata. Dopo nemmeno due settimane, lui mi chiamò per chiedermi se volevo trascorrere con lui due giorni all’estero, partenza il giorno dopo. D’istinto risposi subito di sì per poi trascorrere una 24h in preda a ogni tipo di ansia, prima su tutte ‘E se non lo sopporto, come cacchio faccio per 48h?’. Così non fu ma io allora non potevo saperlo e, come per tanti altri aspetti della mia variopinta esistenza, scelsi di buttarmi e di rischiare. Del resto, chi non rischia, rosica (sì, l’ho un po’ adattato). La due giorni in un’isola del Mediterraneo a dicembre fu uno spasso, anche quando la sera dopo il nostro arrivo celebrato in romantico localino a lume di candela, lo sbruffone s’inventò una balla colossale millantandomi di una pizzeria con una pizza squisita (io tra me e me pensai: ‘Ma che mi porta in pizzeria la seconda sera? Oddio sarà mica l’italiano medio che non vive senza spago e pizza’). La pizza faceva cagare ma guarda caso la pizzeria aveva un mega schermo per partitone di calcio. Ci cascai. Eppure il suo charme e la sua contagiosa risata mi fecero comunque trascorrere una bellissima serata. E con il passare delle settimane, la sua presenza divenne naturale e indispensabile nella mia vita. Ci vedevamo tutti i giorni e facevamo l’amore tutti i giorni. Sempre e ovunque. La nostra storia nata da una straripante attrazione presto alla passione unì anche l’amore, senza alcuna forzatura da parte di entrambi. Pur vero che il mascalzone fu il primo a dichiararsi mentre io, decisamente più restia a lasciarmi andare, lo tenevo a stecchetto emotivo. Solo dovevo esserne convinta, soprattutto dopo l’intenso e pesante bagaglio della mia ultima dolorosa storia d’amore. Poi, come se fossi stata alleggerita di tutta la zavorra sentimentale che mi impediva di librarmi leggiadra, è sbocciato un amore irresistibile e irrefrenabile. Risate, scopate e sfuriate. Per riassumerlo in poche concise parole. Un turbinio altalenante di amorosi incontri e di nefasti scontri, tra due persone estremamente sensibili e irrimediabilmente folli. Ebbri di vita e di amore. Non sempre sono state rose, le spine ci hanno punto diverse volte e abbiamo vissuto la crisi del settimo anno (rimando all’anno del cane) e nessuno saprà come e se questa bizzarra relazione supererà il test del tempo o se rimarrà un bellissimo ricordo da custodire gelosi nella nostra memoria. Chi può dirlo? Io so solo che il mio cronico non voler mai programmare a me concede frutti inaspettati e gustosi, spianandomi davanti agli occhi percorsi che non avrei mai pensato di intraprendere. Forse è perché sono ossessionata dalla curiosità e un po’ matta ma a me non sapere cosa riserva il futuro funge da potente elisir di vita. Perché ogni giorno mi aspetta una nuova avventura. Ora quest’avventura la sto vivendo insieme a te, amore mio. Ma la mia prima avventura è la mia vita. Felice che tu ci sia. Con i miei tempi e le mie modalità. Perché non finirò mai di ripetermelo come mantra: ‘Zitella è Bella’. Se poi è zitella allegra, tanto meglio.
PS con il senno di poi, quel 13 novembre 2015 penso di aver celebrato l’esprit de Paris nel modo migliore: bevendo champagne e facendo l’amore tutta la notte. La Vie En Rosè (lo champagne infatti era un Ruinart Rosè). E l’amore è culo sia perché è tutto fato, perché ci piace anche gaio e perché il chiulo è parte fondamentale del connubio amoroso.