Partiamo subito con una netta separazione di campo: da un lato, ci siete voi le mamme, le sposate, le perenni in coppia, le ‘noi’; dall’altro, ci siamo noi, le singole, le nullipare, le perenni ‘io’ (chiamate anche zitelle logorroiche). Ed è sempre stata un’eterna e sfiancante sfida. Da un lato, la vostra serenità (talvolta più apparente che reale), dall’altra la nostra esuberanza (idem, più apparente che reale). Voi a sorvolare su di noi, quali eterne Trilly, un po’ sfigate e sole. Noi a deridere la vostra noiosa vita normale e banale. Ovviamente, c’è un sostrato di tutt’altra sostanza da analizzare. Perché, poi, entrambe le fazioni, di tanto in tanto, invidiano l’altro campo, al quale vorrebbero appartenere. Questo scritto è dedicato a voi donne, sorelle, mamme e compagne. Io, nullipara e potenziale mina vagante per i sollazzi dei vostri compagni, confesso una stima profonda, un’ammirazione sentita per la vostra forza, capacità, sensibilità, fuori dall’ordinario, di accudire, amare, sostenere, aiutare, risollevare, risolvere, organizzare, comprendere, perdonare, stabilizzare. Sia chiaro che tutto questo ‘lavoro’ è altamente retribuito dai benefitS del vostro ruolo: siete circondate e sopraffatte da amore, gioia, rumore, presenza, caos, vita, in ogni istante. Noi, soprattutto dopo una certa età, possiamo figurare spumeggianti e invidiabili in qualche selfie, ma torniamo in una casa vuota e silenziosa. Cosa che immagino voi invidiate di tanto in tanto. Un luogo dove fuggire, quando s’è fatta una certa. Quando ogni cosa intorno sembra sul punto di eruttare. E’ normale desiderare l’erba del vicino. E’ nella nostra natura volere quello che non si ha. Ma questa è un’ode a voi mie straordinarie donne. A quello che riuscite a fare, con tutti gli impegni, i casini, i problemi di una vita a due, tre, quattro. Io ho fatto una scelta. Ho scelto di non avere figli. Non ho mai pensato che fosse una scelta sofferta. Ma che me frega … Adesso, a 42 anni, mi rendo conto che potrebbe essere uno dei miei rimpianti. Di quelli sofferti. Tuttavia, non cambio idea. Ogni scelta prevede una rinuncia. E quando vi vedo con i vostri irresistibili pupi, quando leggo l’assoluta serenità di una scelta che avete fatto e portate avanti, quando, nonostante tutto, lavorate, sorridete, vivete e gestite tutto, io vi eleggo a mie muse.
Sicuramente ci sarà un tempo per una dedica anche a voi padri, che siete altrettanto forti, presenti e d’ispirazione per i vostri figli. Ma voi uomini siete sicuramente una minoranza, rispetto alle donne che sono sempre state educate e allevate a sfangare qualsiasi cosa. Dalla mancanza d’amore, di rispetto, di sessualità, di ruolo. Dall’aver abdicato a qualsiasi necessità propria per la famiglia, leggi marito e figli.
Noi donne abbiamo attraversato e attraverseremo qualsiasi intemperie sociale, politica, storica. Rimanendo sempre saldamente ancorate ai nostri uomini, sia quelli che ce lo mettono dentro o escono fuori. Dalla nostra vagina.
Qui voglio decantare le lodi vostre e anche le mie. Ognuna è donna a modo suo. Accudisce, ama, sostiene, aiuta, risolleva, risolve, organizza, comprende, perdona, stabilizza l’uomo o gli uomini della sua vita.
E se solo comprendessimo il nostro potenziale, tutte insieme, non dico di tornare alle Amazzoni con singola tetta che facevano stragi di uomini, perché il cazzo ci piace, eccome se ci piace, ma se solo deponessimo l’ascia di guerra tra noi, niente e nessuno potrebbe fermare l’ascesa, politica e sociale, di una realtà che esiste sin dalla notte dei tempi. Il matriarcato. Perché, a occhio e croce, il patriarcato ha solo prodotto guerre, violenze e sofferenze.
Questo è diventato un manifesto. Ma al di là del trito e ritrito ‘tremate le streghe son tornate’. Sono per un più blando ‘sereni, le streghe ci son sempre state’. E se non vi abbiamo del tutto annientato, evirato e trasformato in rospi, forse sarebbe anche il caso di abbandonare le ansie e farci essere donne. Sante e troie insieme. Così risparmiate lo stipendio, altrimenti speso in donnine, e noi non ci facciamo scopare dall’istruttore di Pilates.
Tanta roba, ladies. Ma solo noi possiamo farlo. Baci laghé da me e la gatta, alleata per antonomasia di noi zitellacce.