Reasons to Be Cheerful di David Byrne, progetto che comprende scritti, fotografie, musica e incontri pubblici sul tema della speranza, a cura dell’artista, sarà presentato al Cinema della Fondazione Prada a Milano, venerdì 26 gennaio 2018 alle ore 19. Reasons to Be Cheerful è legato all’uscita del nuovo album di David Byrne American Utopia, pubblicato da Todomundo/Nonesuch Records, prevista per il prossimo 9 marzo. Parlando di questo nuovo progetto, il musicista/artista David Byrne, ex leader dei Talking Heads, ha detto: “Ho iniziato a ricercare fatti incoraggianti che accadono intorno a noi. Se la loro efficacia è già stata accertata, se possono essere applicati ad altri contesti, se è possibile estenderli nel tempo, allora perché non analizzarli e invitare altre persone a unirsi al progetto? La verità è che ci sono molte cose incoraggianti che accadono ovunque nel mondo. Scoprirle mi ha dato nuova speranza e, per questo, mi piacerebbe condividerle con gli altri”.
Trovo sia un progetto interessante e illuminante. Continuiamo sempre e solo a leggere e divulgare notizie tragiche e drammatiche mentre di rado ci soffermiamo sulle buone notizie, perché così come esiste il male c’è anche il bene. Ed eccovi servita la banalità du jour. Come sempre Byrne si dimostra un artista anticonvenzionale dotato di profonda sensibilità. E poi “il David” è simpatico. Come lo so? Elementare, Watson. L’ho conosciuto!
Un’estate di qualche anno fa mi trovavo beata a sollazzarmi sulla rovente isola vulcanica di Stromboli coccolata dai miei cari amici Neva & Andrea, proprietari della Locanda del Barbablù, quando piombò una notizia bomba che mandò tutto lo staff, e l’indolente ospite, in frenetico visibilio. Paolo Sorrentino, amico e cliente della locanda, aveva raccomandato il posto a David Byrne, con il quale il regista napoletano aveva appena collaborato per la colonna sonora del suo film con Sean Penn This Must Be The Place. Byrne si trovava a Capri con l’allora compagna Cindy Sherman – di cui io ignoravo da gnuranta l’opera, la Sherman è un’artista/fotografa di grande fama con un’esposizione permanente al MoMA della sue opere – per la presentazione del suo libro I Diari della Bicicletta. Fu Sorrentino a consigliargli di visitare l’isola di Stromboli, tanto amata dal regista e di soggiornare alla Locanda. Quando giunse la richiesta di prenotazione, Andrea, oste anima e barman del Barbablù, devoto ammiratore dell’opera di David Byrne entrò in uno stato di febbrile e isterica agitazione. Per chi lo conosce immaginare Andrea nevrotico non risulta in alcun modo difficile ma in questo caso ha fatto ammattire quella che già chiamano sull’isola la gabbia dei matti. Controllava freneticamente ogni dettaglio della locanda, frantumava le palle ai malcapitati dipendenti perché tutto fosse perfetto (e la Locanda è perfetta nelle sue imperfezioni), agitava la sua già agitata consorte Neva che con la sua leggendaria delicatezza gli gridava “In culo ti e quel recione del David BEERN!” Per la Neva uno che si “concia” come David Byrne è gay by look.
Insomma l’atmosfera in locanda era di trepida attesa per l’arrivo della famosa coppia di artisti newyorchesi. Ebbene io che ruolo avevo in tutto ciò? A parte quello di ospite della struttura che si scroccava i pranzi e le ombre con loro al bancone, ciucciandosi le sfuriate della peculiare coppia e sganasciandosi per le raffinate uscite della Neva ai danni di Andrea, mi era stato chiesto di rimanere in zona reception per lo sbarco di David & Cindy nel caso avessero bisogno di un’interprete. Diaria richiesta: free Martini! Quando arrivarono dopo il lungo tragitto in nave da Napoli, David Byrne, altissimo, indossava un completo in lino beige a righe blu con panama, di bizzarra eleganza, e Cindy Sherman portava un semplice abito di lino bianco con un sorriso aperto. Entrambi molto casual e alla mano se pensiamo alla loro grandezza artistica che ha toccato campi quale musica, scrittura, arte, fotografia. Entrarono alla locanda, Andrea balbettava e si prodigava in un inglese ancora più maccheronico grazie alla tensione nervosa che l’aveva assalito. Io stranamente quieta me ne stavo al bancone al secondo martini. Andrea li accompagnò alla loro stanza e poi scesero a cenare in quello che un tempo era il miglior ristorante dell’isola, oggi ahivoi chiuso. Dico voi perché io scrocco ancora da mangiare a Mamma Neva! Finita la cena, era arrivato il mio momento ‘linguistico’ anche se dopo tre martini biascicavo pure il mio nome. Andrea mi richiamò all’ordine e io mi avvicinai solare e frivola, leggi pure sbronza, all’artistica coppia che domandava se c’era una rete wifi. Per chi di voi conoscesse Stromboli, sarebbe spontanea una grassa risata dato che ancora il wifi allora rappresentava un traguardo tecnologico inarrivabile sulla nostra amata roccia. Io mi infilai, non per nulla mi chiamano ‘infilona’, nella conversazione fornendo un saggio consiglio isolano al David e alla Cindy: “If I may, the first thing you should do in Stromboli is disconnect” Se posso, la prima cosa che dovreste fare a Stromboli è disconnettervi. Cosa che peraltro risulta assolutamente naturale sia ai residenti sia ai visitanti. Una bell’isola di disconnessi mentali! Nel corso del loro soggiorno durato un paio di giorni ebbi il piacere e il privilegio di far loro da guida ed entrambi furono assolutamente deliziosi. Dopo nemmeno 24 ore ci salutavamo già come vecchi amici tipo Ciao David! Bella Cindy! E’ stata una bellissima esperienza trascorrere del tempo con due mostri sacri del mondo delle arti e constatare, come già successo sempre a Stromboli, con Paolo Sorrentino che persone famose per meriti riconosciuti di solito sono anche persone molto piacevoli con le quali intrattenersi, senza boria e senza arie da tromboni come invece fanno i nullasapienti che conquistano la notorietà per aver scoreggiato in un reality! Del resto “La fama è la cugina zoccola del prestigio”
Stasera non sarò alla Fondazione Prada per mancato accredito (collaboro con l’ufficio stampa Prada) e poca voglia di recarmi dall’altra parte della città per rischiare poi di non essere ammessa alla presentazione ma di certo non mi perderò né la mostra né il nuovo album del mio “very friend” David!
NB. Tutti i lavori di Cindy Sherman sono autoritratti di lei che impersona molteplici archetipi femminili. Insomma, la “mia amica” Cindy e io abbiamo in comune la passione per i selfie. Ho sempre saputo di essere un’artista!
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