Ieri, cinque maggio, el Cinco de Mayo per i messicani, è stata una giornata memorabile anche per la Little Italian in quel di Manhattan. Nata e cresciuta come un’inarrivabile spaccapalle, cronica curiosona e notevole “infilona”, prima di partire ho pregato la redazione Playboy Italia di sentire i capi americani per chiedere se l’infingarda collaboratrice poteva andare a ficcare il naso e anche le chiappe nei loro uffici a New York. Perché, c’è poco da fare, se lo fai a NY è sempre più fico che farlo a Milano. Del resto, siamo dei Natural Born Provincialotti. Comunque, i miei referenti italiani intrattengono una corrispondenza con il Senior Vice President di Playboy Inc. e dopo qualche giorno mi comunicano che ‘Ok, è cosa fatta, Roberta ti aspettano al 555 Fifth Avenue.’ Una sola raccomandazione, mi chiedono, non essere te stessa! Ossia trattieniti, contieniti, limitati. Yes I Cunt, ops refuso, Can. L’appuntamento era per le 10,30 a Midtown sulla Quinta, proprio nel cuore pulsante della frenetica città. Se anche risulto, all’apparenza, sicura di me e inarrestabile, chi mi conosce sa bene che sotto, sotto, sottissimo, sono insicura e attanagliata da una miriade di dubbi personali (poi ci bevo sopra e me ne dimentico, credendomi Kate Moss!). Ebbene arrivata davanti l’agognato civico, quasi tremavo dalla tensione. L’incontro sarebbe stato puramente amichevole e a scopo conoscitivo, tuttavia ci tenevo a non scivolare all’entrata, rovesciarmi il caffè addosso, esordire con una parolaccia (quando sotto tensione, la mia leggendaria maldestria raggiunge livelli epici). Il dirigente che avrei incontrato mi aveva avvisato di non aspettarmi granché perché gli uffici di NY non sono così glamorous come quelli di Beverly Hills, sede attuale del quartier generale di Playboy. Nonostante mi avesse avvisato, entrando e vendendo uffici mezzi spogli senza cartelloni e poster di bonazze sbiotte ammetto di essere rimasta un po’ delusa. Fortuna che l’incontro con il Senior Vice President si è rivelato un autentico successo. Nativo di New York, quindi già ganzissimo di suo, Mr. V. è stato delizioso, interessante, gentile e abbiamo amabilmente conversato di tutto, dalla mia collaborazione con Playboy Italia, all’evoluzione sessuale dei costumi americani, dalle icone letterarie che hanno scritto per la rivista alle leggendarie feste della Playboy Mansion. E mi racconta che negli uffici di Playboy Beverly Hills, dove c’è un bar, ogni giovedì si tiene il cosiddetto Thirsty Thursday, in pratica il Giovedì Assetato, cioè Happy Hour All The Way tra conigliette e dipendenti. Mica male. Mr. V. prosegue quindi a parlarmi delle mitiche feste nella Playboy Mansion, raccontandomi che le due feste più importanti all’anno sono quella di Halloween e quella di Midsummer. E mi dice: ‘Would YOU like to attend one of these parties at the Playboy Mansion?’ Traduzione: ‘Vorresti partecipare a una delle feste alla Playboy Mansion?’ WHAAAT? E c’è da chiederlo?! Ragazzi/e per me fare un pellegrinaggio, anzi un penegrinaggio, alla Mansion è come per un musulmano andare alla mecca (volutamente in minuscolo). Altro che le 72 vergini in Paradiso, preferisco notevolmente centinaia di bunnies dal vivo. Per cortesia, invasati di ogni religione non tagliatemi la testa, non mettetemi al rogo prima che partecipi al Playboy Party. Insomma, Mr. V. ha aggiunto: ‘I am sure Hugh would adore you’. Traduzione: ‘Sono certo che Hugh ti adorerebbe.’ Pensate se seducessi il satiro novantenne! Be’ scenario possibilissimo data la scarna concorrenza. Il Midsummer Party si tiene a fine luglio. Avrò il coraggio di andare da sola a Los Angeles per partecipare a una festa, dove non conosco nessuno, che sarà piena zeppa di fighe, senza sentirmi un pesciolino fuor d’acqua? Per avercelo, il coraggio ce l’ho e pure una fottuta faccia di chiulo. Tuttavia mi mancano in ordine: tette bombastiche, chiappe gonfiate, zigomi da pallina da golf … Anyone per crowdfunding le mie beltà? Altro piccolo problema: il dress code è pigiama. Tutte le playmate di cui ho sbirciato le foto delle passate edizioni erano in mutande (quelle vestite). Secondo voi, se mi presento con pigiamone di flanella, mi distinguo dalla massa?
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