Ehi rockers, bentrovati su rocknrollradio. Oggi riprendo la pillola interrupta dell’altro giorno sul mitico anno 1973 e sull’esplosione in tutta la sua dissoluta gloria delle rockstar quali supreme starfucker dell’universo. E come non dedicare questo spazio ai leggendari, stratosferici, ineguagliabili Led Zeppelin? Quando vanno in tour negli Stati Uniti con l’album ‘Houses of the Holy’, i rocker inglesi alterano per sempre il già elevato standard di dissolutezza e perversione, raggiungendo vette mai toccate prima. I Led Zeppelin viaggiano sul loro aereo privato, chiamato Starship, che sembra uscito da una fantasia di Austin Powers: arredato in tipico stile kitsch anni Settanta, con spessi tappeti di moquette, ottone ovunque e una libreria video piena zeppa di film porno. C’è persino un letto ad acqua. Plant dice che uno dei suoi ricordi più cari legati allo Starship era farsi spompinare durante le turbolenze. Eh sì, c’era a whole lotta love in quel tour! O meglio, a whole lotta lust! L’episodio più memorabile, e di sicuro il più bizzarro, ha luogo all’Edgewater Inn di Seattle, dove i Led Zeppelin si trovano durante il loro secondo tour americano del 1969. Le camere dell’albergo si affacciano sul mare cosicché i clienti possano pescare direttamente dalla finestra. E’ il road manager Richard Cole a pescare, non uno squalo, come narra la leggenda, ma un dentice. Sul letto, distesa, c’è una bella ragazza nuda dai capelli rossi, e nonostante le sue proteste, Cole la penetra con il pesce. Alcuni membri dei Led Zeppelin sono presenti ma non partecipano, anzi si dice che il batterista John Bonham sia talmente impegnato con un gioco da tavolo da non accorgersi di nulla. Questa è la versione ufficiale, ma non è una certezza; ci sono testimonianze frammentarie, nessuna foto e un video introvabile; in pratica: nessuna prova. L’unico fatto certo è che, dopo quella notte, i Led Zeppelin e il loro entourage sono banditi dall’Edgewater Inn. Un motivo ci sarà… Tuttavia, al di là delle leggende metropolitane e ittiche, vale la pena citare le parole di Jimmy Page: ‘Per quanto concerne il mito, non c’è fumo senza arrosto … Del resto, quando lasci il palco dopo tre ore e mezza di pura intensità, era forse possibile tornare a casa, mettersi in pantofole e bere una tazza di cioccolata calda? Che motivo c’è di starsene in una camera d’albergo e ordinare il servizio in camera?’. Ben detto, Jimmy. Ci sono ben altri servizi da ordinare. Delivered by your door fresh, hot and juicy … Ecco, forse noi comuni mortali che viaggiamo su voli Easyjet abbiamo poche se non nulle chance di imitare lo stile eccentrico e perverso dei festini che si tenevano sullo Starship. Tuttavia, perché non provarci? Iniziamo a programmare il nostro prossimo rock fest in the air ascoltando il prossimo pezzo.
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