Il 2022 è l’annus horribilis di Stromboli, la piccola magica fragile e potente isola sperduta, e ahimè abbandonata, nel Mar Mediterraneo.
L’isola mi scelse 25 anni fa. O meglio, fu Iddu, il vulcano, uno dei più attivi al mondo, a rapirmi.
Sbarcai da giovane malandrina e non potei più fare a meno di tornare. Anche da vecchia malandrina.
Nell’autunno 2020 decisi di trasferirmici, solo fuori stagione, per fuggire le limitazioni e le privazioni imposte dalla pandemia.
Trovai una casa isolata e arrampicata sul costone della montagna.
Imparai a fare a meno di tanto e quasi di tutti.
Fui adottata dai famelici gatti randagi che mi tennero compagnia nelle ventose e malinconiche notti autunnali.
Scoprii la magia dei sentieri che percorrevo ogni giorno in una sorta di stupefacente meditazione.
Imparai addirittura ad accendere la stufa a legna. Ma ancora non so pulire né cucinare i tonnetti freschi del vichingo Gaetano, il nostro pescatore uscito dalle pagine dell’Odissea di Omero.
La devozione alla natura dovrebbe essere un dogma per chi sceglie di visitare e di vivere un’isola così unica, misteriosa e affascinante.
Invece in questi dementi tempi, l’isola è diventata sempre più vittima di sfruttamento e depauperamento a uso e abuso del turismo mordi e fuggi, di avidità locali, di incuranza ambientale, di abbandono istituzionale e di un complessivo impoverimento culturale e umano.
In un anno ho assistito a tre diverse produzioni cinematografiche sull’isola: Paolo Sorrentino, amante di lungo corso dell’isola, ha girato alcune scene del film E’ Stata La Mano di Dio; una troupe olandese per Netflix ha girato Stromboli. In entrambi i casi non c’è stato alcun problema, anzi il cinema a Stromboli rappresenta sempre un’occasione di svago e di eccitazione, oltre a essere una fonte di guadagno extra per gli isolani. In tanti bramano di fare le comparse. Io opto sempre per fare la scomparsa…
Le cose sono filate lisce fino a quando non è arrivata una troupe romana per girare la “friction” Protezione Civile, titolo beffardo alla luce di quanto accaduto.
La mattina del 25 maggio 2022, il giorno dell’incendio, data scolpita a memoria nei nostri cuori e sui muri dell’isola con commoventi murales a ricordare l’eroismo degli isolani, stavo bevendo il caffè in terrazza quando vidi un fumo persistente provenire dalla montagna. Chiamai il nostro taxi-driver locale, nonché “Radio Stromboli” perché se vuoi sapere qualcosa chiedi a Fabry, per capire cosa stesse accadendo.
In preda alla disperazione, mi disse che una sconsiderata fiamma – accesa sul set della fiction, prodotta dalla società 11 Marzo di Matteo Levi, con la regia di Marco Pontecorvo, protagonista Ambra Angiolini, per RAI UNO – in pochi secondi era sfuggita alle incompetenti mani degli uomini, colpevoli di sfidare la natura per la loro avidità, superficialità, stupidità.
Tutto questo ha presentato un conto esorbitante e a pagarlo è stata la terra.
Molto probabilmente nella fretta di concludere le riprese – erano sbarcati a inizio maggio per girare e sarebbero ripartiti tre giorni dopo l’incendio – i capi della produzione non hanno ascoltato gli strombolani che li avevano avvisati di non accendere alcunché in quella giornata di scirocco.
Secondo la mia personale opinione, ansiosi di finire il lavoro hanno fatto di testa loro.
Il rogo incenerì quasi tutta la montagna, radendo al suolo la Riserva Naturale Orientata, un ecosistema fragile e bellissimo. Quando al tramonto i Canadair impossibilitati a spegnere l’incendio ci abbandonarono, ogni speranza di domare le fiamme andò anch’essa in fumo.
La notte fu tragica: onde di fuoco alte sino a 10 metri, l’isola illuminata a giorno, il costante crepitio delle fiamme, l’aria resa densa e irrespirabile dai detriti. Sembrava di essere sul set del film Apocalypse Now, per rimanere in tema cinematografico.
Quando il vento da scirocco – e solo degli sciroccati potevano pensare di accendere un fuoco in una torrida giornata di maggio per di più nei pressi della riserva naturale orientata – mutò a ponente, le spaventose fiamme iniziarono a scendere verso il paese, avvolgendoci nel fumo. Tutti dovemmo lasciare le nostre abitazioni per riversarci in spiaggia in piena e pazza notte mentre tutta la montagna bruciava. Verso le due del mattino giunse una nave per evacuare i turisti terrorizzati. Tutto questo lo abbiamo vissuto senza supporto istituzionale.
Nulla fu coordinato in quella notte, se non dagli strombolani e dal valido Comando dei Carabinieri.
Gli strombolani, notoriamente sciarrigni – ossia guerrieri litigiosi – si unirono come non mai davanti all’emergenza e lottarono tra le fiamme per arginare il più possibile la furia del fuoco.
Eroi … sono stati eroi in quella notte, alimentati dalla disperazione e dal coraggio, a difesa della propria terra, dei propri cari e delle proprie case.
In oltre venti anni di isola, sono stata testimone di molteplici eruzioni della nostra amata montagna. Alcune ci hanno spaventato, altre ci hanno eccitato, alcune hanno creato fuochi, altre hanno prodotto meraviglia…
Ero presente il 3 luglio 2019 quando il vulcano fece il parossisma più potente da oltre trent’anni e vidi con i miei occhi e miei sensi la fragorosa e spaventosa potenza della montagna. Tuttavia Iddu con la sua focosa e scoppiettante presenza non aveva mai creato l’inferno di fuoco fiamme cenere e morte scaturiti dalla colpevole superficialità dell’homo (in)sapiens.
A maggio urlai a parole, a post, ad articoli il dolore, lo sdegno, la rabbia, l’indignazione, lo sgomento per la strage ambientale. Nonché per la sottaciuta notizia con la colposa e vergognosa complicità della TV di stato, la RAI.
Credo che la popolazione di Stromboli il canone non lo pagherà mai più in vita sua …
Purtroppo alla forza della natura non si comanda.
Purtroppo i tracotanti esseri umani sfidano le leggi della natura.
Purtroppo oltre al danno, la beffa.
Perché in quasi tre mesi dal terribile incendio, non è stato fatto NULLA per mettere in sicurezza la montagna diventata un cimitero di piante, arbusti, rovi, animali e quant’altro. C’è stato un sopralluogo a pochi giorni dall’incendio da parte delle autorità e nulla più. La solita effimera sfilata dei politicanti.
Io sui sentieri bruciati andai più volte dopo l’incendio. Visitai anche il luogo dove si propagò l’incendio e me ne fotto che non si potesse accedervi. Nessuno ha fatto nulla e pertanto mi ritengo libera di fare ciò che voglio. Senza autorità si rischia l’anarchia.
Ma non si può pretendere ubbidienza quando l’unica via possibile è la disobbedienza civile davanti a una simile dimostrazione di inettitudine politica e lassismo istituzionale.
Dopo il disastroso incendio colposo, non doloso, la Pro Loco di Stromboli in data 31 maggio, a nome della sua presidentessa Rosa Oliva, inviava richiesta urgente di aiuto, sostegno, interventi alle autorità preposte.
Ritengo doveroso scrivere i nomi e i cognomi dei destinatari:
Presidente Dott. NELLO MUSUMECI Regione Siciliana
Avv. COSIMA DI STANI Prefetto di Messina Emergenze Protezione Civile
Dott. SALVATORE CORDARO Assessorato Patrimonio e Ambiente della Regione Siciliana
Dott. SALVATORE COCINA Dipartimento Regionale della Protezione Civile
Ing. ANTONIO CARDIA Dipartimento Protezione Civile per la Provincia di Messina
In una comunicazione social, il Dott. Cocina mi ha detto di non aver mai ricevuto la richiesta.
Idem il Dott. Musumeci, come mi comunicano da Stromboli.
E’ strano assai perché ci sono le certificazioni PEC dell’avvenuta ricezione. I soliti misteri italioti?
Per correttezza preciso che la presidentessa della Pro Loco, Rosa Oliva, mi ha detto che l’unico ad aver risposto, in data 2 luglio, pertanto a più di un mese dalla richiesta del 31 maggio, è stato l’avvocato Cosima di Stani, prefetto di Messina Emergenze protezione civile. Rispose in maniera generica affermando di aver interessato il Ministero dell’Ambiente.
Ucci ucci sento odor di scaricabarilucci… perché “a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” (cit. Andreotti).
Tuttavia la vera domanda è: perché avevano bisogno di una richiesta di aiuti quando era ovvio anche a noi, gente del popolo, non “illuminata” come queste illustrissime autorità, che la disintegrazione della vegetazione, un tempo funzionale nel proteggere l’abitato da eventuali frane e crolli, avrebbe provocato con certezza un’alluvione disastrosa alle prime forti piogge?
Va altresì detto che la furia della valanga di fango è stata anche causata da svariati abusi creati negli anni sull’isola a opera di tanti locali che hanno deviato, interrato, interrotto i canali naturali di sfogo dell’acqua dalla montagna. Addirittura per venti anni circa era presente sull’isola una discarica abusiva a cielo aperto nei pressi della spiaggia, che fu “chiusa” solo dopo la morte di un isolano impegnato a scaricare immondizia con la sua lapa, l’Apecar. Il nubifragio ha fatto riversare in spiaggia decenni di pattume. Sono state trovate lattine degli anni ’80… Insomma, le colpe sono di tanti e non certo solo della produzione RAI o dei mancati interventi da parte delle autorità. Tuttavia, sommando tutte queste colpose azioni il risultato è stata la distruzione di gran parte dell’isola di Stromboli.
Sono, siamo, arcistufi di ascoltare solo menzogne e scaricabarili, di assistere a indegne mancanze di presa di responsabilità da chicchessia, promesse disattese, rimpalli di imputabilità. Tutto questo teatrino è indecoroso e vergognoso, oltre che ignobile davanti alle sofferenze e alle perdite di questa piccola comunità isolana.
Adesso pretendiamo i fondi, gli aiuti, gli interventi, i soldi e non solo quelli che a fatica e con tanto impegno alcuni strombolani stanno raccogliendo via social per il loro ambizioso e prezioso progetto di ripiantumazione della vegetazione.
Non è giusto che siamo noi a pagare per danni commessi da altri.
Non è giusto che a sborsare i soldi siano cittadini innocenti e vittime, prima del disastro di fuoco e ora della valanga d’acqua.
Nessun aiuto materiale da parte dello stato, appositamente in minuscolo, è mai arrivato fino ad oggi. Il nulla assoluto.
Arriviamo al 12 agosto quando un nubifragio ha provocato l’inevitabile: ossia il dilagare a valle sull’abitato di Stromboli di tantissimo materiale bruciato in montagna con relativa valanga di detriti, pietre, arbusti, cenere e fango che hanno invaso e distrutto abitazioni, strade, negozi, attività, sentieri …
Nessuna, OVVIAMENTE, presa di responsabilità per l’assoluta mancanza di interventi da parte della regione Sicilia, della protezione civile (sì, in minuscolo) e di tutti quegli enti che sono stati interpellati.
In oltre due mesi, quasi tre, dal terribile incendio.
La realtà è amara e inquietante: alla prossima pioggia si ripeterà il disastro perché il terreno è ancora instabile e friabile e invaso dalle carcasse vegetali e animali del rogo.
Personalmente mi fumano assai gli zebedei a pensare che dobbiamo essere noi cittadini tartassati dalle tasse e in mano a una banda di inetti a dover sborsare soldi quando esiste uno STATO – esiste??? – che di questo dovrebbe occuparsi.
Tuttavia, in questo drammatico momento, Stromboli è allo stremo, così come lo sono i suoi abitanti, nonostante l’eroica resilienza, troppo provati da questi atroci mesi. E chissà cosa ci aspetta in autunno e in inverno.
Ieri a Stromboli i politici sono giunti in elicottero, ça va sans dire, e hanno fatto quello che viene loro meglio: LA SFILATA…
Quando un isolano ha chiesto al presidente, uscente e silurato, della Regione Sicilia Nello Musumeci quali fossero le iniziative da implementare per prevenire un ulteriore, e certo, disastro alle prossime piogge, la risposta è stata: “Non ci sono interventi da fare nell’immediato. Ci vogliono minimo 4 anni per poter mettere in sicurezza e sistemare l’isola.”
No comment perché non ci sono parole … Solo parolacce.
Non voglio più scrivere articoli di denuncia e di sdegno.
Non voglio più associare il nome di Stromboli a parole quali tragedia, disastro, scempio.
Non voglio più che il nostro paradiso terrestre sia abbandonato, saccheggiato, umiliato, svenduto.
Le uniche notti infuocate che vogliamo vivere a Stromboli sono quelle del fuoco sacro del vulcano e della fiamma della passione, dell’amore, dell’Eros. Perché quest’isola è stata creata dagli Dei per amarsi.
Per chiunque abbia visitato anche una sola volta l’isola, per tutto l’amore, la passione, la meraviglia, lo stupore che questo magico luogo ci ha trasmesso, è imperativo sostenerla e aiutarla.
Ma gli aiuti, quelli consistenti, quelli necessari, devono arrivare dalle autorità, dallo stato.
Gli strombolani devono essere risarciti per le gravissime perdite subite.
L’isola di Stromboli non deve mai più essere teatro di queste indegne e colpose manifestazioni.
E che Iddu ci scampi da una forte eruzione …
Perché su un’isola così fragile solo degli stolti folli possono pensare di poter giocare con il fuoco. Intanto è certo che molti della produzione si siano bruciati la reputazione.
Colposo, oltre all’incendio, è il vergognoso silenzio da parte dei responsabili della produzione – il produttore Matteo Levi e il regista Marco Pontecorvo – che MAI in quasi tre mesi dal disastro hanno diramato un comunicato stampa di SCUSE per il danno, involontario, da loro provocato.
Non ci hanno messo né la faccia né il portafoglio … Un beau geste sarebbe dichiarare che parte dei proventi di siffatto “capolavoro cinematografico” siano destinati a un fondo per la ricostruzione dell’isola. Mentre attendiamo i tempi biblici della giustizia italiana per l’indagine in corso presso la procura di Barcellona Pozzo di Gotto coordinata dal procuratore Giuseppe Adornato.
Lo so, amo sognare.
Perché la realtà è così aberrante che non ci resta che sognare, senza MAI abbassare la guardia e senza MAI abbandonare la “lotta armata”. Armata di sdegno, di rabbia, di dolore, di forza, di parole, di azioni, di interpellanze.
La mia sensibilità, e il mio cinismo, mi portano a credere che la produzione serbasse la recondita speranza che le responsabilità dell’incendio, non divulgate a dovere sui media nazionali, passassero in sordina, lavandosene le mani, e le coscienze. Così non è stato e così non sarà mai perché temo intimamente che mi toccherà ancora associare la parola Stromboli a disastro, scempio, tragedia …
La vergogna per quanto è successo prosegue nonostante gli immani sforzi messi in campo dalla popolazione dell’isola e dai tanti turisti e volontari che in questi giorni di feste si stanno infangando l’anima per spalare, pulire, ripristinare la bellezza.
Una menzione particolare per il comando dei Carabinieri di Stromboli che sin dall’incendio ha dato prova di grande professionalità e di profondo cuore, assistendo e proteggendo gli isolani.
Un ultimo monito: il tempo della svendita e della violenza ai danni dell’isola è finito.
Per chi volesse contribuire, allego il sito su cui fare le donazioni, dove troverete tutte le informazioni sul progetto Coltiviamo Un’Idea.
Garantisco che le persone coinvolte nella raccolta sono fidate e oneste.
https://stromboli.live/
Oppure: Attiva Stromboli – BancoPosta
IBAN IT32V0760116500001024445924
Scuola in mezzo al mare – UniCredit
IBAN IT74Q0200826001000105752245
Causale: Coltiviamo Stromboli
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Photo Credit:
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