Sfogliando il web mi sono imbattuta in questo divertente e acuto articolo scritto da Anne T. Donahue (qui il link) sulle figure femminili del leggendario musical Grease, Sandy ma soprattutto Rizzo. E l’ho tradotto per voi!
L’altro giorno, mentre rivedevo Grease, sono giunta a un’importante presa di coscienza: Rizzo, se fosse stata qui con me a vedere Grease (caspita, magari!), si sentirebbe imbarazzata per tutte noi. Innanzitutto, come ogni adulto raziocinante, Rizzo rimarrebbe sbigottita davanti alla presenza della macchina che vola durante i titoli di coda. Quindi, si domanderebbe perché mai Sandy e Danny siano rappresentati come la coppia, quando entrambi possiedono una personalità pari a quella di un copriruota. Ad un certo punto, arriverebbe anche a domandarsi perché mai tutte noi ci siamo messe a cantare “Summer Nights” quando gli amici di Danny la usano per elencare una serie di attacchi sessuali (“Did she put up a fight? Si è ribellata?” What the hell? Echhediavolo!), e poi si chiederebbe perché Sandy sia lodata per aver dismesso la sua natura da Brava Ragazza, mentre Rizzo è ostracizzata per essere sessualmente attiva. Pertanto, è evidente che Rizzo, interpretata da Stockard Channing, è la vera eroina di Grease, l’unico personaggio la cui narrativa corrisponde alle realtà della cultura adolescenziale e dell’esperienza femminile. Rizzo era sveglia, sgamata e tristemente consapevole del doppio standard che esiste, dove gli uomini sono encomiati per le loro scorribande sessuali mentre le donne umiliate per lo stesso atteggiamento sessualmente disinibito. Lei è l’amica che vorremmo chiamare in una situazione di crisi. In quasi ogni scena, Rizzo difende se stessa e le sue scelte, a testa alta; a un certo punto del film, arriva persino a lanciare un frullato in faccia a Kenickie. Il suo personaggio intimorisce? Eh certo, ma solo perché la maggior parte di noi è stata introdotta alla visione di Grease quando eravamo troppo giovani per comprendere il valore di protagoniste femminili dalla natura forte, che si affidano a un carattere determinato e all’arguzia per riuscire nella vita, rimanendo fedeli al proprio percorso. Da ragazzine e da adolescenti, noi siamo state condizionate a voler apparire come Sandy, la ragazza carina, dolce, innamorata e a encomiare la sua propensione a sottomettersi alla pressione esercitata dai suoi coetanei e a cambiare se stessa per un uomo (che, non dimentichiamocelo, nella scena al drive-in ignora i suoi ripetuti “no”). Siamo cresciute lodando l’evoluzione estetica di Sandy da cheerleader perbene alla provocante bomba sexy che tanto piace a Danny. Ciononostante, non ci siamo mai fermate ad applaudire il rigetto, altrettanto vigoroso, delle norme perpetrato da Rizzo, come ad esempio essere un’adolescente che sperimenta la paura di una gravidanza indesiderata. Invece, Sandy e Danny volano via nella macchina e tutti noi ci mettiamo a fare il tifo e a ridere, pensando che l’avremmo capito una volta cresciuti. (Allerta spoiler: Io ancora non lo capisco. Perché mai, ragazzi, la macchina vola via in aria? Perché?) Rizzo solleva domande che sembrano, invece, intimorire gli altri personaggi. Oltre a smascherare a gran voce la ridicola beffa di personalità dello show-business, appropriate e costruite a tavolino dai media, come Sandra Dee, la cui innocenza era sbandierata come un valore inossidabile, Rizzo ostenta il suo spirito ribelle difendendo il diritto di una donna a bere quello che vuole, a fumare quello che vuole ad andare a letto con chi diavolo vuole. Se da un lato Grease dovrebbe essere un film d’amore leggero, nessuno dei suoi protagonisti è pronto o disposto ad affrontare le realtà della cultura giovanile, che si tratti degli anni Cinquanta o degli anni Settanta, o anche dei nostri tempi moderni. Sandy e Danny fanno entrambi allusioni al sesso, ma mentre le gesta di Danny si radicano sempre nel campo delle bravate, le esperienze sessuali di Sandy dipendono sempre da ciò che Danny vuole, si aspetta e pretende. (Esempio: Sandy non vuole andare a letto con lui in Australia, rifiuta le sue avance sessuali al drive-in, ma poi accetta una caricatura della sessualità nella speranza di riconquistarlo. Funziona.) Anche gran parte della narrativa di Rizzo, al pari di quella di Sandy, è collegata al suo rapporto con gli uomini. Tuttavia, mentre Sandy è disposta a cambiare se stessa per ammansirli, Rizzo non lo fa. Al contrario, Rizzo esercita il suo diritto a scegliere con chi andare a letto, comportandosi, vestendosi e atteggiandosi come le pare. A Rizzo il sesso piace, ma, a differenza del resto dei personaggi del film, la sua attività non è soggetta alle opinioni o al giudizio di qualcun altro. Quando lei e Kenickie si mollano, Rizzo si presenta con il suo rivale al ballo della scuola (che, effettivamente, è una mossa vendicativa. Ma lei segue il suo istinto.) Poi, quando pensa di essere rimasta incinta, Rizzo assicura a Kenickie che il figlio non è suo. Il modo in cui Rizzo affronta la paura di essere incinta è cruciale. Mentre gli speciali televisivi e persino i film vedono la gravidanza come il momento critico dello sviluppo di un personaggio, Rizzo è confusa, ma calma. Ha il controllo della situazione. Ha capito cosa sta succedendo. E se da un lato le notizie si diffondono sempre rapide, Rizzo sa bene quale sarebbe il suo approccio nei confronti della potenziale gravidanza: è solo affare suo. Il suo corpo, la sua scelta; tutto qui, grazie. Il che spiega anche perché la sua canzone (“Worse Things I Can Do”) sia di fondamentale importanza per porre l’attenzione sulla consapevolezza che Rizzo ha di se stessa. Lei affronta con audacia la realtà del complesso santa/puttana e si rifiuta di piegarsi a norme che stabiliscono un doppio standard per gli uomini e le donne. Non ama compiacere. Non se ne starà seduta con le mani in mano ad aspettare un uomo se lo desidera, si concederà di andarci a letto se lo vuole e inoltre non sarà certo quel tipo di donna che sparla di chiunque faccia la stessa cosa. Rizzo, inoltre, sente le cose. Quindi, andatevene al diavolo se pensate che le persone forti e indipendenti non abbiano pieno diritto di vivere la propria vita come più aggrada loro. Tutto questo contribuisce all’eroismo di Rizzo, ragazza complessa, la cui storia è tristemente familiare. Ciononostante, per qualche ragione – malgrado Rizzo sia un personaggio al quale è facile relazionarsi, capace di articolare le realtà della misoginia istituzionalizzata – noi ci concentriamo su Sandy, Danny e sul quel fottuto Greased Lightning.
Forse la verità è che Rizzo è l’eroina di cui abbiamo bisogno adesso, non quella che meritava il 1978.