Ehi rockers, bentrovati su rocknrollradio. Spero che abbiate fatto i compiti della settimana, suggeriti dalla vostra Doctor Love. Io li ho fatti, per cercare di superare l’ansia da prestazione orale. Mi riferisco al microfono… Oggi vi parlo di un’altra peculiare groupie dei tardi anni Sessanta: Cynthia Plaster Caster ossia Cinzia Gesso. La giovane ragazza di Chicago, non bellina come le altre groupie della scena musicale americana di quegli anni, escogita un metodo ingegnoso per conoscere i suoi beniamini e accedere al tanto agognato mondo del backstage. Cynthia è celebrata come “il Rodin del rock”, una descrizione impeccabile per un’artista così talentuosa. In cosa consiste il suo talento? Nello scolpire con il gesso i falli delle rockstar! Con questo brillante escamotage, Cynthia e una sua amica, entrambe di Chicago, si dedicano anime e bocche alla loro missione, con tanto di biglietti da visita con la scritta ‘Le Plaster Caster di Chicago: Modelli Realistici di Cazzi’. Cynthia si occupa di amalgamare il gesso, mentre la sua amica si prende cura di ‘amalgamare’ i membri delle band spompinandoli perché la cazzoscultura sia da sturbo. Il loro successo maggiore è sicuramente riuscire a intrufolarsi nel backstage della Jimi Hendrix Experience e convincere Hendrix stesso a infilare il cazzo nel gesso per i posteri. Il membro di Hendrix è talmente grosso – Cynthia lo soprannominò The Godfather of Cocks – che finisce per rompere lo stampo! Nelle parole di Cynthia: “E’ innegabile il fatto che il cazzo di Jimi spicchi nella mia collezione. L’asta lunga e spessa combinata alla testa sproporzionatamente piccola fa venire un brivido d’eccitazione!”. Oltre a Hendrix, le girls fanno i calchi, tra gli altri, di Noel Redding della Jimi Hendrix Experience, Richard Cole, tour manager dei Led Zeppelin, Aynsley Dunbar, batterista dei Mothers of Invention. Le loro opere d’arte sono state esposte in diverse gallerie di New York, Chicago e San Francisco. E hanno pure girato un documentario, da loro chiamato cockcumentary, ossia cazzocumentario, sulle loro performance. Non sto certo suggerendovi di provare sul vostro ragazzo, amico, vicino, cantante preferito una simile tecnica ma potrebbe essere un ottimo spunto per farglielo diventare di gesso, senza l’uso dell’amalgama. Direi che un ottimo lavoro manuale partendo dalla base e risalendo verso l’asta, su e giù, con un ritmo cadenzato, morbido e oscillante possa fare al caso vostro. Forza, afferrate l’arnese e procedete con la vostra scultura. E mi raccomando fate attenzione a non farlo ammosciare con un tocco troppo irruente. Dovete sentirlo e coccolarlo. Lasciate che sia questa canzone a ispirarvi.
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